Beppe Gambetta Acoustic Night 18 Tomtomrock

Fabrizio De André “nel mondo” secondo Beppe Gambetta.

Beppe Gambetta Acoustic Night 18 Tomtomrock

Su questa diciottesima edizione delle Acoustic Nights aleggiavano alcune  perplessità, vista la centratura del progetto sulla figura, oggi molto ‘alla moda’, di  Fabrizio De André.  Invece Beppe Gambetta ha creato con abilità un insieme piuttosto disomogeneo di musicisti che ha  dimostrato una  conoscenza positivamente irriverente dell’opera del cantautore genovese.

 3-6 maggio, quattro serate “sold out” per Beppe Gambetta

Questa volta più che in passato Gambetta ha scelto ospiti di varia provenienza artistica e geografica. Il canadese James Keelaghan (segnate questo nome e ascoltate i suoi dischi) è un cantautore che segue le orme dei grandi connazionali Gordon Lightfoot e Stan Rogers. Notevole la presenza scenica del berlinese Felix Meyer, artista con un piede nella musica di strada e l’altro nel migliore pop tedesco. Tutti e due hanno tradotto ed eseguito canzoni di De Andrè (e non le più banali) nelle loro lingue. Keelaghan si è esibito anche in italiano. Il quarto ospite ufficiale, il percussionista Erik Manouz, oltre all’importante contributo ritmico ha eseguito, in francese, una bella versione di Le Gorille, il brano di Brassens che diventò Il Gorilla.

Beppe Gambetta Acoustic Night 18
Courtesy Michele Manzotti – Il Popolo del Blues

Bisogna a questo punto ricordare gli altri due musicisti sul palco (oltre a Gambetta e le sue chitarre): le corde acustiche ed elettriche di Hugh Macmillan, canadese e quelle  spesse e basse di Riccardo Barbera (più o meno l’unico genovese sul palco…). Una menzione speciale va alla bella scenografia, a cura di Sergio Bianco che ricreava un campo di papaveri rossi dietro il palco.

Un Gambetta più “regista” che protagonista

Onore a Beppe Gambetta, quindi, che ha  rinunciato parzialmente ad essere al centro dell’attenzione, per cementare con la sua regia musicale un progetto di respiro internazionale. Tra i brani migliori la versione della Guerra di Piero di Meyer e  una Geordie corale per sole voci e chitarra. Particolarmente toccante Fiume Sand Creek, rieseguita da Beppe in un video girato sui luoghi del massacro.

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Recensore di periferia. Istigato da un juke-box nel bar di famiglia, si cala nel mondo della musica a peso morto. Ma decide di scriverne  solo da grande, convinto da metaforici e amichevoli calci nel culo.

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