elvis 1971 live

Elvis Presley e J. Edgar Hoover: storia di un incontro mancato.

elvis presley e j. edgar hoover | articolo

Su Elvis Presley  pensiamo di sapere tutto. Ogni minuto o quasi della sua vita è stato scandagliato e scandalizzato. Ad esempio, il celebre incontro alla Casa Bianca del 21 dicembre 1970 con il presidente Richard Nixon è diventato nel 2016 un film, Elvis & Nixon, diretto da Liza Johnson.

Eppure, appena 10 giorni dopo quel colloquio, accade qualcosa che è sempre rimasto in un cono d’ombra. E non si tratta di un evento secondario. Noi proviamo a raccontarlo e, dato che è ormai prassi collegare il re del rock alle teorie più strampalate, ci permettiamo, a fine testo, di proporre un’ipotesi scandalosa…

31 dicembre 1970: Elvis Presley prova a incontrare J. Edgar Hoover

Il giorno 31 dicembre 1970, Elvis Presley, William Morris e sei altre persone che curano la sicurezza personale di Presley hanno visitato il quartier generale dell’FBI usufruendo di uno speciale tour delle nostre strutture secondo quanto approvato dal Direttore.
A Presley e agli altri è stato espresso il nostro rincrescimento a proposito dell’impossibilità di far loro incontrare il Direttore. Presley ha dichiarato di essere da tempo un ammiratore del Signor Hoover e di aver letto materiali a cura del Direttore come Maestri d’inganno, Uno studio sul comunismo, nonché J. Edgar Hoover a proposito del comunismo. Presley ha fatto notare che, a suo parere, nessuno ha fatto per il paese ciò che ha fatto Hoover e che, secondo il suo personale punto di vista, egli è “il più grande americano vivente”.

Ma chi era Hoover?

elvis presley e j. edgar hoover | articolo

Dal 1924 al 1972 J- Edgar Hoover (1895-1972) è il direttore del Federal Bureau Of Investigation, l’FBI. Ovvero  l’uomo più potente e temuto d’America (1). Il suo slogan più famoso recita “L’FBI è a portata di mano come il telefono di casa”.  Che può essere interpretato come una minaccia o un invito alla delazione.

 

I dossier dell’FBI

L’FBI raccoglie dossier su chiunque, dai presidenti degli Stati Uniti ai grandi industriali fino alle rockstar come Jim Morrison, John Lennon e, inevitabilmente, Elvis Presley (che però non diviene mai oggetto di indagine da parte del Bureau). Le 663 pagine a lui dedicate (tutte scaricabili dal sito ufficiale dell’FBI) non sono particolarmente significative. Nulla a che vedere con le carte riguardanti Lennon, ad esempio. Vengono giusto menzionati qualche tentativo d’estorsione ai suoi danni e qualche ipotetico figlio non riconosciuto. Uno solo è il passaggio davvero interessante: sì proprio quella visita al quartiere generale dell’FBI, di cui riportiamo i passaggi più significativi insieme ad alcuni documenti  correlati, provenienti dagli stessi archivi.

La visita all’FBI

Nonostante un aspetto esteriore alquanto bizzarro, Presley è apparso persona seria e sincera che ha espresso preoccupazione per i problemi che assillano il paese, specie quelli legati ai giovani. A tal riguardo, in dichiarazioni private rilasciate dopo la visita, ha sostenuto che lui, Presley, è “la prova vivente che l’America è la Terra delle Opportunità”, essendo passato dal mestiere di camionista a quello di famoso intrattenitore quasi da un giorno all’altro.

1935 – l’inizio della storia. la nascita di Elvis

Tupelo, Mississippi, 7 Gennaio 1935. Il futuro re del rock’n’roll nasce in una casa poverissima durante una notte di tregenda. Il parto è gemellare. Elvis Aaron sopravvive, il fratellino Jessie Garon non ce la fa. Ed è come se Elvis abbia portato fin dall’inizio il fardello di due vite. Due vite che possono svilupparsi in modi  completamente diversi fra loro, il camionista e il famoso intrattenitore, appunto. Nelle sue canzoni si fondono la musica del diavolo e quella di Dio, il blues dei neri e il gospel dei bianchi. Elvis entra la prima volta in sala di registrazione per registrare un disco da regalare alla mamma e poi diventa l’incubo sessuale delle mamme americane con i suoi ancheggiamenti in diretta tv.

1969: Lettera a J. Edgar Hoover di una madre e nonna americana

17 Aprile 1969

Molto egregio Signore,

Diversi anni fa Le scrissi a proposito delle repellenti buffonate di Elvis Presley. E guardi quanti soldi sta facendo oggi! Sta ancora danneggiando la nostra gioventù! Con quel suo modo di ballare ha fatto più danni di qualunque altro personaggio pubblico. Se ha scatenato idee sconce in così tanti giovani è perché lo hanno fatto apparire troppo spesso in televisione!!!!”

Ancora due vite diverse, ancora una contraddizione, la più clamorosa: Elvis è il primo motore della rivoluzione giovanilista per poi diventare, come vederemo meglio fra un momento,  paladino del più retrivo conservatorismo…

1970: Elvis e i giovani

Presley ha dichiarato che nel tempo libero da impegni si dedica a parlare con i giovani per comprendere quali siano i loro problemi. Ha spiegato che [per lui] i capelli lunghi e gli abiti stravaganti sono semplicemente strumenti di lavoro che gli consentono di entrare in contatto con molte persone le quali, specialmente nelle scuole, si definiscono “contro il sistema”. Ha aggiunto di non considerarsi adatto a rivolgersi a platee numerose, preferendo ambienti più raccolti, dove può rendersi disponibile per discussioni a proposito dei perversi effetti dei narcotici e altri problemi riguardanti gli adolescenti e i giovani in generale.
Al termine della visita Presley ha comunicato in forma confidenziale di aver offerto, a titolo volontario, al Presidente degli Stati Uniti i propri servigi per qualsiasi questione connessa ai narcotici. Il Signor Nixon lo ha ricambiato fornendogli il distintivo di agente dell’Ufficio Narcotici e Droghe Pericolose. Presley portava con sé il distintivo e lo ha mostrato (2).

elvis nixon

1977: la morte di Elvis Presley

Il 16 agosto 1977, a soli 42 anni, Elvis Presley viene trovato morto nella sua lussuosissima, debordante magione, Graceland, a Memphis, Tennessee.  Per volere del padre Vernon il verbale dell’autopsia resta secretato sino al 2027. Il medico legale parla di aritmia cardiaca. Si ritiene tuttavia che il decesso sia causato da un micidiale cocktail di farmaci soggetti a prescrizione: morfina, demerol, codeina, placidyl, valium, quaaludes…

Chissà dov’era finito, mentre Elvis moriva ingloriosamente a pochi passi dalla tazza del gabinetto, il distintivo dell’Ufficio Narcotici e Droghe Pericolose ricevuto in regalo sette anni prima dal “Signor Nixon”…

Elvis Presley delatore?

Presley ha espresso il desiderio che il Direttore sia consapevole del fatto che lui, Presley, viene talora avvicinato da individui e gruppi, dentro e fuori l’ambiente dell’intrattenimento, i cui intenti e azioni egli ritiene non siano nel miglior interesse del paese e che cercano di convincerlo a prestare il suo nome a sostegno delle loro discutibili attività. Egli si è dichiarato disponibile a fornire in ogni occasione all’Ufficio le necessarie informazioni al riguardo. Ha inoltre espresso il desiderio che il Direttore venga informato del fatto che, nel caso l’Ufficio avesse bisogno di qualunque suo servizio, egli sarà felice di prestare aiuto.
Presley ha specificato che, fra l’inizio e la metà degli anni ’60, i Beatles, a causa del loro aspetto sudicio e trasandato e della loro musica sconveniente, hanno, a suo parere, posto le basi per molti dei problemi che stiamo avendo oggi con i giovani. Ha fatto notare che gli Smothers Brothers (3), Jane Fonda e altri personaggi consimili dell’industria dell’intrattenimento dovranno fra poco dare spiegazioni su come abbiano avvelenato le giovani menti e denigrato gli Stati Uniti con le loro dichiarazioni pubbliche e le loro insane attività.

elvis fbi 1956

7 novembre 1956

Dall’ufficio di Louisville al Direttore J. Edgar Hoover

Il colonnello Carl E. Heustis, capo della polizia di Louisville, Kentucky, ha oggi comunicato che Elvis Presley e Bill Haley and His Comets, intrattenitori fra loro rivali nel guadagnarsi le attenzioni dei cosiddetti appassionati di rock & roll, si esibiranno simultaneamente in città il prossimo 25 novembre. Uno alla Jefferson County Armory, l’altro alla Kentucky State Fairground Exposition. Il colonnello Heustis riferisce di aver ricevuto informazioni a proposito di disordini avvenuti a Jersey City (New Jersey), San Jose (California), Hartford (Connecticut) e Jacksonville (Florida) a causa di queste apparizioni simultanee. Tali disordini hanno provocato danni alle proprietà per molte migliaia di dollari.

Come a dire che i Beatles  al confronto erano dei boy scout.

ELVIS 1956

Presley ha comunicato di risiedere al 3764, Highway 51 South, Memphis, Tennessee, ma di trascorrere gran parte del tempo a Beverley Hills, California e a Las Vegas, Nevada dove onora impegni cinematografici e musicali.
Ha specificato di poter essere contattato in ogni momento presso il suo domicilio di Memphis e che, a causa delle molestie subite a mezzo posta, per la corrispondenza a lui destinata andrà utilizzato lo pseudonimo Colonnello Jon Bur…[cognome illeggibile].

Una collaborazione mancata

La collaborazione fra il famoso intrattenitore e l’FBI non divenne mai fattiva. Probabilmente Elvis dimenticò tutta la faccenda poche ore dopo durante il veglione di Capodanno. Più interessante chiederci perché J. Edgar Hoover, al contrario del presidente degli Stati Uniti Richard Nixon, non volle incontrare Elvis, limitandosi a inviargli qualche giorno dopo un generico messaggio di ringraziamento. Non certo perché fosse in quel momento assente dal quartiere generale dell’FBI. Secondo fonti non ufficiali se ne restò ben nascosto in qualche stanza fuori mano.

“Nonostante la sincerità e le buone intenzioni, Presley non è certo il tipo d’individuo che il Direttore ha in genere desiderio d’incontrare. Si fa osservare che al momento egli porta i capelli lunghi fino alle spalle e indulge nell’indossare vari tipi di abiti esotici. Si acclude una foto di Presley tratta dal Washington Post odierno che mostra l’aspetto esteriore di Presley e il suo modo di abbigliarsi. [la foto in questione, così come è presente nei documenti dell’FBI è di qualità disastrosa. Quella visibile qui sotto risale a pochi giorni dopo, 16 gennaio 1971, nda.]

elvis presley 16 gen 1971

La scandalosa ipotesi

Il motivo più ovvio del negarsi di Hoover potrebbe essere l’imbarazzo nel trovarsi accanto a un personaggio così sopra le righe, ma ci piace avanzare una diversa ipotesi. Anche J. Edgar Hoover viveva una contraddizione fondamentale. Era infatti un omosessuale che dovette dar la caccia agli omosessuali, oltre che ai comunisti. Che temesse di cadere vittima del risaputo magnetismo sessuale di Elvis, del suo celebre “pelvis” ancora abbastanza  saettante? D’altronde, pare che egli fosse ossessionato da questa figura così diversa da lui (4). Oppure siamo solo “suspicious minds”, come s’intitolava la canzone che aveva riportato Elvis al numero 1 giusto un anno prima?

I’m caught in a trap, I can’t walk out, because I love you too much baby…

(1) Il ponderoso film di Clint Eastwood J. Edgar (2011) fornisce un buon ritratto dell’Hoover pubblico e privato.
(2) Nel volume Elvis – The Secret Files (Trafalgar Square, 1993) il giornalista britannico John Parker ipotizza che la persecuzione ai danni di John Lennon portata avanti dall’amministrazione Nixon per diversi anni prese spunto dai questo incontro del presidente con Presley.
(3) Thomas e Richard Smothers sono stati una coppia di cantanti e attori comici statunitensi, noti per le loro simpatie radical. 
(4) Lo sostiene, ad esempio, John Parker sempre in Elvis – The Secret Files.

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Nello scorso secolo e in parte di questo ha collaborato con Rockerilla, Musica!, XL e Mucchio Selvaggio. Ha tradotto per Giunti i testi di Nick Cave, Nick Drake, Tom Waits, U2 e altri. E' stato autore di monografie dedicate a Oasis, PJ Harvey e Cranberries e del volume "Folk inglese e musica celtica". In epoca più recente ha curato con John Vignola la riedizione in cd degli album di Rino Gaetano e ha scritto saggi su calcio e musica rock. E' presidente della giuria del Premio Piero Ciampi. Il resto se lo è dimenticato.

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