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Gli ultimi concerti del Patti Smith Group. Vivido e appassionato ricordo di uno dei grandi eventi  rock italiani. 

 

di Ernesto Maurizio Picenni

 

Nella vita di ogni amante della musica rock vi sono eventi che lasciano un segno profondo e indelebile. Nel mio caso si tratta dei concerti del Patti Smith Group a Bologna e Firenze nel settembre del 1979 per la tournée dell’album Wave. Avevo vent’anni ed ero molto innamorato della musica punk del momento, Sex Pistols, The Clash, Sham 69, così come della new wave di Television, Blondie, Talking Heads e, inevitabilmente, Patti Smith Group. Patti era il mio rifugio; poetessa visionaria e dichiaratamente anarchica, parlava alla mia anima. La sua musica scorreva nelle mie vene. La sua immagine sulla copertina di Horses mi aveva steso; la trovavo bellissima e androgina.

La musica che produceva con la sua band mi regalava adrenalina pura. Horses, Radio Ethiopia, Easter, Wave suonavano e risuonavano nel mio impianto e nel mio cervello. Uscito Wave, si parlò di una possibile tournée in Europa con alcune date in Italia (già all’epoca di Easter si era ventilata la possibilità di cinque concerti nel nostro paese, poi tutto era svanito per problemi organizzativi).

L’annuncio del concerti italiani del Patti Smith Group

Quando vennero annunciate le due fatidiche date ero al settimo cielo: finalmente potevo vedere la mia band prediletta dal vivo. La stampa (musicale e non) parlò diffusamente della poetessa; venivano riportate dichiarazioni di inizio carriera e le affermazioni forti che l’avevano resa famosa. Patti era il personaggio più alternativo della scena rock e tutto questo contribuì a creare aspettative eccessive su di lei. Solo riviste come Il Mucchio Selvaggio, Ciao 2001, Popster (che la battezzò “La Lupa”) e Rockerilla riferirono dell’evento in modo corretto.

9 settembre 1979: Patti Smith Group a Firenze

Ecco, torniamo a quel fatidico 9 settembre 1979. Io sono assolutamente pronto per il rito e vestito in perfetto stile pattismithiano: giacca principe di Galles larga e camicia bianca con jeans aderenti. Parto per Bologna con due amici e durante il viaggio parliamo solo dell’evento che ci attende. Arrivati a Bologna, apprendiamo che il concerto è stato spostato dal previsto Palazzetto dello Sport allo Stadio Comunale.

Davanti allo stadio ci tuffiamo fra la marea di gente che aspetta l’inizio della liturgia rock. Si aprono le porte del paradiso e ci sistemiamo nel prato ad una giusta distanza dal palco: sono molto eccitato e i miei compagni di viaggio ironizzano! Il Patti Smith Group appare: Patti è raggiante, indossa una giacca larga e le famose scarpette da ballerina con calze bianche. Mi guardo attorno, lo stadio è pieno, la poetessa esordisce con “Cara Italia”, mentre partono le note di una travolgente So You Want To Be a Rock’n’Roll Star dei Byrds con Patti che mima Hendrix. Segue una intensa Privilege con lei inginocchiata davanti al microfono.

L’intensità di Patti Smith, le intemperanze del pubblico

La voce è magnetica, non perfetta ma densa di forza e passione. Il PSG suona con molta energia e segue le improvvisazioni della leader che declama le sue visioni poetiche. Iniziano le prime tensioni. Sul palco vengono lanciati alcuni oggetti durante la trascinante esecuzione di Kimberly, dedicata alla sorella di Patti, Kimberly Smith, e la nostra abbandona il palco. I fans la richiamano a gran voce e lei ritorna invitando tutti a non prendersela con i musicisti. Le note di Redondo Beach placano gli animi ed il concerto prosegue fra pezzi sperimentali come Seven Ways Of Going o Wave, introdotta dalla voce di papa Albino Luciani, e altri molto ritmici come Free Money e Dancing Barefoot. Patti suona chitarra, clarinetto e pianoforte con una passione che fa dimenticare un approccio tecnico molto approssimativo. Io sono paralizzato dalla gioia!!!!

Il suono arriva non proprio perfetto; l’amplificazione non è al massimo. Gli organizzatori si aspettavano 5000 persone, vedi Palazzetto dello Sport, e se ne trovano davanti 75.000. Il concerto ha punte di tensione: la voce di papa Luciani provoca tantissimi fischi. Alcuni lanciano nuovamente oggetti sul palco e la poetessa s’incazza molto. Colpita da un pezzo di terra se lo sfrega sul viso ed esclama contenta “Italia, sei nelle mie mani”. Lo stadio esplode in un boato d’applausi. Versioni strepitose di Frederick e Because The Night infiammano il pubblico.

Durante i bis Patti appare molto infastidita e dice fra gli applausi: “Sono vostra amica! Chi conosce la mia lingua spieghi al vicino che sono venuta in amicizia!”. Quindi chiude il concerto con una violenta versione di My Generation degli Who che termina con la distruzione della chitarra. Sono in paradiso; nonostante le tensioni il concerto è stato magico.

 

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Il concerto del Patti Smith Group a Firenze

Si va a Firenze!! Nuovo viaggio e nuove emozioni. Arriviamo in città e cerchiamo senza successo un albergo per dormire. Al mattino incontriamo ragazzi che ci chiedono di Bologna e del concerto. È il mio attimo di celebrità e, come il migliore degli sponsor, racconto magie sul PSG e sulla leader. Nuovo rituale con l’apertura dei cancelli dello stadio e stavolta mi trovo molto, molto vicino al palco.

Assistiamo al soundcheck e alle 21 la serata inizia sulla musica Beethoven. Patti esordisce dicendosi felice di essere nella città dei Medici: “Ma in che secolo siamo?“ Partono le note di Gloria e lo stadio si infiamma, lei è raggiante e dedica frasi d’amore al pubblico. Kimberly, secondo pezzo, trascina i presenti. La band sta dando il massimo ed il concerto, per quanto non privo di tensioni, prosegue con una grande Ain’t It Strange densa di improvvisazioni al clarinetto. La rockeggiante Ask The Angels infiamma lo stadio.

Un’esibizione migliore rispetto a quella bolognese

La band suona meglio che a Bologna e Patti si dona ai fans con un salto tra il pubblico. Sono estasiato, il mio amore per Patti cresce, per un attimo penso di vederla venirmi incontro ma è solo la mia immaginazione. Il Patti Smith Group alterna cover come It’s so Hard di John Lennon o For Your Love degli Yardbirds a pezzi propri quali Citizen Ship (da brividi) o una 25Th Floor da manuale. Nei bis Patti dedica Easter all’amica Isabella Rossellini, che l’aveva intervistata a Venezia alla Biennale, mentre in Wave ripropone la voce di Papa Luciani suscitando i malumori del pubblico.

Anche a Firenze qualche tensione

Il palco è invaso dai fans e ci sono nuovamente tensioni con i musicisti. La cantante calma gli animi e un ragazzo di una band underground di Genova, i Dirty Actions, suona il basso di Lenny Kaye in una versione energica di My Generation (tenterà di baciare la nostra eroina, ma senza successo). Il concerto si conclude con una versione pianoforte e voce di You Light Up My Life, romantica ballata pop di Debby Boone. Alla fine della serata mi ritrovo in balia di forti emozioni. Il PSG è stato grande, le tensioni con parte dei presenti non hanno scalfito il mio amore per la “lupa”.

Commento finale

Diverse persone presenti ai due concerti conoscevano la band solo per le due hit, Because The Night e Frederick, senza avere alcuna idea della produzione discografica degli esordi come Horses e Radio Ethiopia. Altri, in particolare gli ‘autonomi’, si attendevano precise prese di posizioni politiche (Patti fu contattata da vari gruppi che le chiedevano di appoggiare loro mozioni).

Chi si aspettava una band compatta con esecuzioni tecnicamente ineccepibili di pezzi rock rimase deluso. Il Patti Smith Group amava improvvisare e creare: tecnicamente il batterista Jay Dee Daugherty e il pianista Richard Sohl erano le punte di diamante del gruppo. Lenny Kaye e Ivan Kral si alternavano al basso e chitarra, Patti Smith con la sua voce aveva un forte impatto emotivo sul pubblico.

Sono passati molti anni da allora e ho rivisto Patti in altri concerti, ma quelle due date restano impresse indelebilmente nella mia testa.

 

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La tracklist dei concerti:

Bologna

So You Want To Be A Rock’n’Roll Star – Privilege / Set Me Free – Kimberly – Redondo Beach – Dancing Barefoot – Ain’t It Strange – For Your Love – Revenge – Frederick – Free Money – Hymn – All Along The Watchtower – Wave – You Light Up My Life – Seven Ways Of Going – Because The Night – 54321 – The Star Spangled Banner – My Generation.

Firenze

Gloria  – Kimberly – Rap Photo – So You Want To Be A Rock’n’Roll Star – Redondo Beach – Dancing Barefoot – Free Money – For You Love – Ain’t It Strange –  Ask The Angels – Citizen Ship – Relax – It’s So Hard – Revenge – 25th Floor – Hymn – All Along The Watchower – Wave – Seven Ways Of Going – Frederick – Because The Night – 54321 – Easter – Twist & Shout – The Star Spangled Banner – My Generation -You Light Up My Life – Constructive Rap.

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Un pensiero su “Folgorato dalla Lupa: Patti Smith Group – Bologna e Firenze, settembre 1979”
  1. Quando ad una certa età si ha un po’ di tempo libero a volte si ricercano cose della gioventu’, in questo caso volevo vedere se, tra le foto internet del pubblico dell’evento Patty Smith a Firenze del 1979, ci fossi stato immortalato anche io, dato che ero là, quella sera, 24enne.
    Avevo scoperto da non molto Patty Smith ed il suo lavoro di esordio, Horses, mi entusiasmava.
    Continuai ad apprezzarla e seguirla nel tempo, anche se lei era ed è un “animale” di spettacolo un po’ anomalo, se vogliamo contraddittorio e molto americano.
    La sera era splendida , aspettavamo con ansia (ero sul prato ad una ventina di metri dal palco) l’inizio del concerto, giravano tra la gente agenti in borgese, sgamati, che facevano domande un po’ scontate, per altro recitando la parte dei simpaticoni …….., erano tempi particolari ed i timori che ci fossero casini tipo concerto di Santana erano molto presenti.
    Ecco quindi l’inizio, Patty si lancia nella sua versione di Gloria con una stecca colossale, bocca un po’ storta da parte mia, si prosegue con cavalli di battaglia vincenti ed entusiasmanti, poi issano un bandierone USA e Patty parla pure di Woytila, mi comincio a sentire a disagio ….. poi si infogna in un’ improvvisazione al clarinetto (o qualcosa di simile, non ricordo bene) , da farmi vergognare io per Lei…… il concerto prosegue con il mio anelito di sentire qualche stonatura di meno ed ancora pezzi da combattimento e fu cosi’ ……
    Ritornammo a casa tutto sommato soddisfatti, con la certezza che Rock ‘N Roll Can Never Die

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