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Kurt Cobain: Montage Of Heck – Una speculazione vergognosa, una recensione furiosa

Fino a un certo punto, diciamo intorno alla prima ora, Kurt Cobain: Montage Of Heck è un documentario piuttosto classico e con qualche buona trovata artistica, che cerca di disegnare un quadro piuttosto completo e senza pregiudizi su un personaggio facile da usare come viene più comodo. È la storia di un ragazzo problematico che trova nella musica e nella droga una via d’uscita, che chiuso nella sua cameretta scrive versi e registra scheletri di brani che, poi, avrebbero fatto la storia e segnato, in qualche modo, la sua fine. Fino a quel punto Kurt Cobain è in mani decenti, ma quando la sua vita inizia a disintegrarsi, tra eroina, giornalisti senza scrupoli e Courtney Love, iniziano le carrellate di filmini casalinghi. Nel giro di quattro minuti, Kurt Cobain: Montage Of Heck diventa un disastro, e mentre viene ripetuto per l’ennesima volta come l’invadenza e l’immoralità della stampa abbia contribuito a peggiorare lo stato in cui Cobain già si trovava, video privati della vita con Courtney Love vengono mostrati come se fosse una cosa normale. Sono momenti naturali, in cui il cantante viene ripreso nella più sincera della condizioni e che sicuramente aiutano a farsene un’idea oltre il mito, ma sono anche intimi, fatti per restare dove sono stati girati, che non hanno nulla a che fare con la musica, il cinema o la storia. Non ci vuole una profonda conoscenza del soggetto per capire che una cosa del genere a Kurt Cobain avrebbe fatto schifo e, anche solo seguendo il filo logico tracciato dal documentario, chiunque si sentirebbe un pervertito guardando quella scena in cui Courtney Love si spoglia in bagno mentre Cobain fa lo scemo dietro. Il regista Brett Morgen sapeva di avere oro tra le mani e lo ha usato senza ritegno, proprio come quei giornalisti più di vent’anni fa.

Kurt Cobain: Montage Of Heck, alla fine, è più voyeurismo che musica, una scusa per tirare fuori una storia sentita mille volte senza raccontare nulla di nuovo e per lucrare su un personaggio che andrebbe finalmente lasciato in pace, come qualunque persona che possa ritenersi intelligente ha capito da anni.

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Appassionato di musica, cinema e fotografia, ha costretto suo padre ad anni di Springsteenianismo acuto. Ora, quasi trentenne, pare essere guarito e ascolta il punk che avrebbe dovuto ascoltare a sedici anni.

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