Leonard Cohen - The FlameFaber & Faber - 2018

Leonard Cohen: The Flame, indispensabile raccolta di scritti postuma.

Leonard Cohen - The Flame
Canongate – 2018

 

Nella prefazione il figlio Adam definisce Leonard Cohen essenzialmente un poeta e ci racconta come suo padre avesse l’abitudine di lasciare biglietti pieni di appunti sparsi un po’ ovunque. Adesso, grazie all’uscita postuma della raccolta di scritti The Flame, molte sue poesie degli ultimi decenni sono a disposizione di tutti.

Leonard Cohen, la poesia, le canzoni

La mia impressione personale è che il punto d’arrivo del suo percorso artistico siano le canzoni. Nascono tutte sottoforma di poesia e nella pagina scritta hanno una durezza, un’assenza di compromessi, che poi con l’accompagnamento della musica si addolcisce. Così i versi “you’ve always been waiting” di Indian Girl dedicati a una ragazza morta in un incidente stradale e quelli di Friday August II (?) “but if you ask me how I am: I can’t complain” trovano un loro pieno compimento nel brano musicale Waiting For The Miracle con “quando sei caduto per strada / e giaci sotto la pioggia / ti chiederanno come stai / ovviamente dirai che non ti puoi lamentare”.

 

Gli squarci sull’orrore e le visioni intrise di sangue presenti in O Copenhagen ricevono il giusto coronamento in canzoni come Amen o Almost Like The Blues in cui si parla sì di omicidi e torture, ma nelle stesse righe Leonard Cohen riesce a ironizzare sulle stroncature ricevute dalla critica paragonandole alle peggiori catastrofi mondiali. Cosa sto cercando di dire? Che Leonard si inchina al potere della musica. Sa che le canzoni sono un dono elargitogli dalla vita, esse necessitano di dignità e bellezza anche quando il contenuto è amaro.

Leonard Cohen versione poeta maledetto

Nelle poesie scritte si fa meno scrupoli. Subentra un Leonard più scuro e meno amorevole. A volte riemerge persino il poeta maledetto che in gioventù risiedeva al Chelsea Hotel di New York. Le parti più commoventi sono quelle in cui lui esprime il proprio senso di inadeguatezza, come se avesse fallito la sua missione e si disprezzasse. Alle sue ex chiede soltanto di odiarlo un po’ meno, anche se forse non va preso proprio alla lettera vista la dolcezza con cui lui e Marianne – una delle sue grandi muse – avevano saputo accomiatarsi poco prima di morire entrambi nel 2016.

Leonard Cohen - The Flame

Un pensiero a Bob Dylan

Cohen è spietato nei confronti del passato e della “dolce indifferenza chiamata amore”. In questo assomiglia al Dylan della poesia Only Ugly Is Understood dedicata a Joan Baez, dove l’autore confessa di fingere di credere nella bellezza che per lui invece è soltanto un falso simbolo. Con parole ricoperte da uno strato di zucchero i poeti trasformano il bello in brutto e viceversa. Ma soltanto il brutto merita attenzione, conclude Bob Dylan. “C’è il fetore della bellezza / sul cadavere della verità”, scrive Leonard Cohen in Dec 18th 2011 Palisades.

Il Monte Everest

Dylan compare spesso in The Flame, e non sempre in maniera positiva: “noi tutti siamo stati derubati / e Dylan era la Banca” scrive Cohen in The House. Quando gli venne assegnato il Nobel per la letteratura Cohen si complimentò paragonandolo al monte Everest. Attenzione però alle sottigliezze perché in  August 1985 questo è il commento sarcastico di Cohen riguardo alle montagne: “Mi portarono al monte Everest / ed indicarono la cima / dissi mi ha colpito / ma è solo un altro limite”.

Dec 18th 2011 Palisades

A cosa si deve il senso di inadempienza racchiuso in The Flame? Traspare che il fulcro della sua missione non erano né i soldi né la fama né la famiglia né l’arte. Che cosa allora? Forse si può ravvisare un indizio nella seguente strofa tratta da Dec 18th 2011 Palisades:

Sono molto più avanti di me  / gli scrittori veri / coi quali una volta mi misuravo / temporeggiando con donne e ricchezze / e i problemi della Via spirituale / sono rimasto indietro / ho perso tutto tranne il disagio originale / Questo è il mio quarto giorno / senza sigarette o caffè / il mio sguardo su Shakyamuni e San Francesco / come prima era su Flaubert e William Butler Yeats / e ho ancora questa brutta sensazione / che riformerò il mondo.

Leonard Cohen - The Flame

Il senso di The Flame

Che la fiamma della torcia lasciataci da Leonard sia il fuoco sacro della letteratura? La capacità del poeta di vedere cose per gli altri inaccessibili? Attraverso le pagine di The Flame egli abbandona una ad una le sue guide spirituali, dai maestri buddisti ai rabbini. In fondo a pensarci bene, quando il mostro nazista tesseva la sua tela di ragno e la tragedia stava per colpire gli ebrei d’Europa, furono soprattutto gli scrittori a lanciare un monito. Molti rabbini non seppero capire appieno il pericolo. Nonostante il suo profondo interesse per le religioni orientali Leonard Cohen è rimasto profondamente ebreo e viene a dirci che il passato è stato soltanto una prova generale in vista dell’ennesima sconfitta (“the usual Titanic”). Ho la sensazione che un giorno, studiando a fondo le sue poesie, capiremo meglio le sue canzoni.

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Trevigiano di nascita e romano di adozione. Nel maggio 2016 ha pubblicato “Ballando con Mr D.” sulla figura di Bob Dylan, nel maggio 2018 “Da Omero al Rock”, e nel novembre 2019 “Twinology. Letteratura e rock nei misteri di Twin Peaks”.

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