di Fausto Meirana
Il precedente disco dei Waterboys, interamente dedicato all’opera del poeta irlandese W.B. Yeats (An Appointment With Mr. Yeats, 2011), deve aver assorbito molta energia a Mike Scott, considerato anche il complesso lavoro di adattamento delle liriche; inevitabile perciò il bisogno di una decisa disintossicazione da poeti e atmosfere dell’isola di smeraldo. E quando si fugge dall’ Irlanda, storicamente, la meta è sempre la stessa, l’America e le sue opportunità, come, ad esempio, uno studio di registrazione a Nashville e alcuni pregiati sessionmen quali il tastierista ‘Brother’ Paul Brown e il bassista David Hood, che ha partecipato, nei famosi studi Muscle Shoals, all’incisione di dischi memorabili; purtroppo non è il caso di Modern Blues, anche se la scaletta, caratterizzata da suoni squisitamente americani, passa agilmente l’esame del primo ascolto e migliora ulteriormente quando a ciò che giunge all’orecchio si unisce uno sguardo non superficiale ai testi. Il disco è gradevole quanto basta per riportare in carreggiata il gruppo nella sua versione più rock, ma siamo parecchio lontani dalla ‘grande musica’ di This Is The Sea o dall’arruffato folk-rock di Fisherman’s Blues, come se Mike Scott avesse perso la capacità di giocare a Dr. Jekyll & Mr. Hyde…
7/10
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The Waterboys – November Tale