beaches brew 2

 beaches brew 2

di Mattia Meirana

Nel panorama europeo i festival italiani sembrano sempre più scarsi rispetto a quelli di altri paesi. Non c’è mai nulla di davvero clamoroso, qualcosa in grado di portare un numero spropositato di nomi internazionali nel giro di pochi giorni in una location stupenda come, ad esempio, quella del Primavera di Barcellona, e spesso ci si deve accontentare di roba milanese che, però, è spesso legata alla musica italiana.
In tutto questo, il Beaches Brew dell’Hana-Bi di Marina di Ravenna è da quattro anni l’eccezione più bella che si poteva anche solo immaginare. Un locale sulla spiaggia, due palchi (quello piccolo sotto la tettoia del bar – quello grande sulla sabbia a pochi metri dal mare) e una selezione invidiabile di musicisti. Tutto rigorosamente gratuito, come la tradizione dell’Hana-Bi vuole.

httpv://www.youtube.com/watch?v=ULdjS-9qZl8

Thee Oh Sees

Quest’anno il leitmotif sono state sicuramente le chitarre, quelle grosse, quelle che costringono a tirare gomitate alla gente; quelle dei Thee Oh Sees, che hanno chiuso il festival con una bomba atomica di garage psichedelico a doppia batteria, o degli Iceage, che se la menano da morire ma fanno un post punk invidiabile. Pure quelle delle Babes in Toyland non erano male, una banda di cinquantenni rovinate dal grunge ma pur sempre in piede a tirar calci, ma la vera star è stata Mikal Cronin, un giovanotto bravo e bello che su disco suona un garage raffinato e rimpinzato di archi e fiati, ma che dal vivo tira fuori una potenza inaspettata. I suoi sono stati i pezzi migliori del festival, tra rabbia e intimità ma con l’urgenza punk di chi vuole rompere tutto (e infatti ha fatto scoppiare due amplificatori). Il suo ultimo disco, MCIII, dovrebbe essere tra gli ascolti di tutti.

httpv://www.youtube.com/watch?v=wtU–xY4D2Q

Mikal Cronin

Alcune le soprese (Strand Of Oaks,  gli italiani Go!Zilla e il surf irresistibile delle Ex Hex) e poche ma piuttosto importanti le delusioni (Viet Cong bravi ma senza pezzi, Moon Duo da stracciarsi le palle dopo mezz’ora). Alla fine anche davanti a gente inascoltabile, come al karaoke delle 17, al Beaches Brew si sta bene. Si va a fare il bagno, si beve sulla spiaggia, si ascolta musica senza dover volare fino a Barcellona e se va bene si scambiano due chiacchere con i musicisti mentre si guarda il set di qualcun altro. Come ha detto Timothy Showalter degli Strand Of Oaks: siamo fortunati.

httpv://www.youtube.com/watch?v=M0UDjnSmoJw

Iceage

httpv://www.youtube.com/watch?v=cd5CavGbq5U

Strand Of Oaks

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