Ottimo live al Bloser di Genova: Cesare Basile.
Cesare Basile è uomo schietto e senza fronzoli (a nostro parere grande pregio), con fiera radicatura siciliana che personaggi del calibro di Hugo Race e John Parish, collaboratore storico di PJ Harvey, hanno saputo valorizzare in alcuni eccellenti dischi innestandola senza forzature entro una sonorità british che è tutta lì, precisa: pochi – asciutti – accordi ben supportati da basso, batteria e tastiere dei Caminanti.
I testi in siciliano sprigionano potenza immaginifica dai forti contrasti che Basile canta con voce rauca, in alcuni momenti quasi primitiva; capirli di più avrebbe aiutato, ma forse dissolto la malìa che pervadeva questi momenti del set. Tu Prenditi L’Amore Che Vuoi, in italiano, è bellissima (dà anche il titolo al recente album del musicista), parimenti Araziu Stranu con il limpido ricamo di pochi accordi e la voce che canta parole stranianti, ma affascinano anche Di Quali Notti, Ciuri, La Libertà Mi Fa Schifo Se Alleva Miseria. Il livello delle songs è notevole così come eccellenti sono tutti i musicisti che accompagnano Basile. Il nostro pare essere riuscito a far convivere l’italiano e il siciliano, ma se nel primo caso la voce rischia in alcuni momenti una vaga assimilazione al cantautorato alto, nel secondo è infiammata e parla un altro registro, quasi cavo e atemporale.
Una doverosa citazione va fatta all’associazione Lilith di Genova (tre giovani donne, pure brave musiciste) che, all’interno di una bella e ardita programmazione, hanno portato Basile sul palco del teatro-gioiellino del Bloser, un posto dove negli anni ’60 si tenevano performance teatrali a dir poco ‘off’ e dove si esibì, tra gli altri, un certo Carmelo Bene…
Le foto sono di Rosa Piserà