Angélique Kidjo @ Auditorium di Roma

24 luglio 2019: Angélique Kidjo in concerto all’Auditorium di Roma.

L’Auditorium non è adatto a un concerto pop. Niente da recriminare contro l’architettura, è costruito bene. La Cavea, che ospita gli eventi all’aperto, permette di osservare il cielo da uno spazio ristretto in maniera quasi suggestiva. Ma qualcosa davvero non funziona. L’ambiente è troppo leccato. Inoltre il servizio di sicurezza dà l’impressione di scrutare il comportamento del pubblico in maniera leggermente ossessiva. Ci si sente stranamente colpevoli pur non avendo fatto niente di male.

Angélique Kidjo @ Auditorium di Roma

A peggiorare le cose sale sul palco il presidente della Fondazione Musica per annunciare la serata. Si lancia in un discorso interminabile, tipico del linguaggio politico, che ha come unico effetto quello di ammosciare gli entusiasmi. Le premesse non sono affatto delle migliori.

Ma poi entra lei, Angélique Kidjo. E tutto cambia.

Anzi, a dir la verità, la prima entrata la fa il percussionista Magatte Sow. Comincia da solo a suonare e già si sente che, nonostante l’organizzazione, si sta per entrare in un mondo interessante. E visto che ci siamo nominiamoli tutti i musicisti: Dominic James alla chitarra, Michael Olatuja al basso, Edgardo Serka alla batteria e Thierry Vaton alle tastiere. Ad essere precisi lei non entra immediatamente. Prima sentiamo soltanto la sua splendida voce che proviene dal backstage. Quando finalmente raggiunge il palco abbiamo dimenticato gli inutili discorsi di presentazione.

Angélique Kidjo interpreta Remain In Light dei Talking Heads

 Il filo conduttore del concerto è costituito da Remain In Light, l’album dei Talking Heads che Angélique Kidjo non vuole giustamente smettere di omaggiare nelle sue esibizioni dal vivo. Notare che nell’arco dell’intera serata non interpreterà nemmeno un solo brano tratto da Celia, il suo album più recente. Per quanto sentita sia stata l’operazione di Angélique di riproporre in studio il repertorio della sua musa Celia Cruz, questa sera non la pubblicizza.

 

Da Remain In Light esegue Born Under Punches, Crosseyed and Painless, The Great Curve, The Overload, Listening Wind (chiunque non si è emozionato durante la performance di Listening Wind non ha un cuore che batte nel petto, per quanto inquietanti siano le parole del testo), Houses In Motion e ovviamente Once In A Lifetime. Ma il repertorio dei Talking Heads viene di volta in volta intervallato da canzoni e discorsi di Angélique Kidjo dedicati a temi sociali come i matrimoni forzati dei minorenni; da un omaggio a Miriam Makeba; e da celebrazioni della pura voglia di vivere come Mama Africa scritta dalla stessa Angélique.

Il pubblico sul palco dell’Auditorium di Roma con Angélique Kidjo

Arrivano così i momenti più belli dello spettacolo, quando lei scende tra il pubblico, balla insieme a noi e ci abbraccia. Poi è la volta del pubblico, invitato a salire sul palco con evidente imbarazzo del servizio di sicurezza dell’Auditorium. Alla fine il permesso viene elargito e i veri protagonisti diventano i fortunati che sotto le luci della ribalta duettano con il percussionista improvvisando passi di danza, mentre Angélique osserva sorniona.

 

Finisce in festa con lo stupendo bis Burning Down The House dei Talking Heads. Un’autentica sorpresa, visto che il pezzo non appartiene all’album Remain In Light.

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Trevigiano di nascita e romano di adozione. Nel maggio 2016 ha pubblicato “Ballando con Mr D.” sulla figura di Bob Dylan, nel maggio 2018 “Da Omero al Rock”, e nel novembre 2019 “Twinology. Letteratura e rock nei misteri di Twin Peaks”.

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