Mark Lotterman @ Kansar Pietrasanta Concerto

Mark Lotterman @ Kansar Pietrasanta Concerto

Segnatevi questo nome: Mark Lotterman. Può darsi che ne sentiate parlare ancora! Olandese di Rotterdam con al suo attivo quattro dischi dal 2007, sta girando in questi giorni in treno l’Italia con la sua chitarra. Martedì 15 è approdato al Kansar di Pietrasanta davanti a un pubblico attento e ben abituato alla musica di qualità. E non lo ha deluso, presentando brani tratti soprattutto dai suoi ultimi due dischi: Funny (2012) e Year Without Summer (2014).

Mark Lotterman, un songwriter di qualità

Lotterman si è rivelato songwriter profondo e complesso senza essere ermeticamente pretenzioso. I suoi testi sanno toccare l’ascoltatore in profondità parlando il linguaggio della semplicità e delle similitudini emotive facili da comprendere, ma mai banali. Le sue tematiche prevalenti attengono ai sentimenti e agli affetti, e soprattutto al dolore provocato dalla loro perdita o assenza. Lo testimonia a sufficienza la frequenza di frasi come “I miss you” o di parole come “graveyard”. Ma non si pensi a un artista ripiegato sulle sue malinconie e capace di usare solo il registro della tristezza. Lotterman è capace anche di rialzarsi e di mostrare anche la parte allegra della sua anima “tormentata”. In fondo, anche per lui si può scomodare il binomio dannazione-redenzione che sta alla base della poetica di Leonard Cohen e di Nick Cave.

Nella voce di Lotterman echi di molti linguaggi musicali

Il linguaggio musicale dell’artista olandese è vario, con radici ben identificabili che spaziano dal blues al folk al pop-country-rock. Ma sempre filtrate dalla sensibilità e creatività personali. Il tutto mostrando una vicinanza forse maggiore alla componente americana che non a quella inglese, geograficamente a lui più vicina. Autentico valore aggiunto, la sua voce: profonda senza essere cupa, a tratti dolce, altre volte graffiante, sempre avvolgente. Voce che gli permette di affrontare senza cadute di tono pezzi dall’impronta musicale anche assai diversa tra loro. Echi di Lou Reed e talvolta di Leonard Cohen, ma anche di John Martyn e perfino di Jeff Buckley, sempre ben padroneggiati. Ci rendiamo conto che possono sembrare accostamenti contraddittori, ma ci pare proprio di averli sentiti tutti. La voce viene ulteriormente evidenziata da una presenza scenica e da una istintiva capacità di raggiungere un’empatia con l’uditorio non indifferenti.

Il Kansar di Pietrasanta: invito alla scoperta

Mark Lotterman @ Kansar Pietrasanta Concerto

Bisogna aggiungere che alla riuscita del concerto ha contribuito in maniera non indifferente la location. Il Kansar è – come si autodefinisce – un “cenacolo culturale” piccolo ma accoglientissimo e arredato con grande gusto. Si configura come circolo privato ed ha un suo pubblico di habituées. Ma anche l’ospite occasionale è messo subito a proprio agio ed ha l’impressione di essere a casa. Il suo animatore Claudio è molto attento a selezionare la qualità delle sue proposte musicali (e non solo) e si può essere sicuri di assistere sempre a esibizioni non banali. Dimenticavo: una delle formule possibili prevede cena + concerto: e ci si mangia benissimo!

https://www.youtube.com/watch?v=2cwnhoELAFw

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“Giovane” ultrasessantenne, ha ascoltato e ascolta un po' di tutto: dalla polifonia medievale all'heavy metal passando per molto jazz, col risultato di non intendersi di nulla! Ultimamente si dedica soprattutto alla scoperta di talenti relativamente misconosciuti.

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