Moses Sumney @ Festival Days Off

Il Festival Days Off di Parigi tra Philharmonie e Cité de la Musique.

Moses Sumney @ Festival Days Off

È tempo di festival, ma il Days Off di Parigi non è un festival come tutti gli altri. Organizzato nella prestigiosa Philharmonie e nelle sale della Cité de la Musique, vede sfilare una serie di concerti che hanno in comune un certo gusto per la sperimentazione. Nella Salle des concerts della Cité de la Musique stasera si esibiscono Anne Müller e Moses Sumney, invitati dal compositore Nils Frahm, che cura questa sezione del festival. Che nel 2018 festeggia il suo nono compleanno e si qualifica ormai come una delle manifestazioni più prestigiose in una città in cui la musica è promossa e sostenuta.

Si comincia con Anne Müller

Moses Sumney @ Festival Days Off

Violoncellista berlinese, Anne Müller ha collaborato di recente con Nils Frahm. Sulla scena è sola, circondata da pedali che le consentono di registrare e riprodurre i suoni. Così, con il suo violoncello e nient’altro, riesce a mettere in piedi sinfonie notevoli, atmosferiche ed evocative: sarebbero perfette per una colonna sonora. La prima composizione, che dice esser nuova, risente di influenze folk. Il resto è più proiettato verso una reinvenzione della musica classica europea con l’aiuto dell’elettronica.

Moses Sumney star della serata

Moses Sumney @ Festival Days Off

Nonostante la bella prestazione di Anne Müller, è chiaramente Moses Sumney la star della serata. Il suo Aromanticism dello scorso anno ha segnato molti, anche se (o proprio perché) è un disco difficile da collocare. Scoperto da Dave Sitek dei TV on the Radio, valorizzato da Solange, paragonato ai Radiohead, ha aperto per David Byrne, James Blake, St Vincent, Sufjan Stevens e la stessa Solange. Tanta varietà già dovrebbe dare un’idea.

Il concerto di Moses Sumney

Il suo concerto al Days Off non durerà che un’ora, ma è un’ora che non sarà dimenticata facilmente. Accompagnato da due polistrumentisti (tastiere, clarinetto, violino, chitarra e altro ancora), Moses Sumney ha una presenza scenica invidiabile. Attacca con Don’t Bother Calling e Indulge Me, entrambe da Aromanticism, suonate come una suite, e già diverse dalle incisioni. Poi si ferma, saluta, e chiede di avere le luci rouges. Le ottiene, e circondato da toni di un rosso accecante, parte con una splendida Quarrel, seguita da Make Out In My Car, più ritmica rispetto alla versione in studio.

Moses Sumney interpreta Björk

Dal vivo si capisce perché invitare Moses Sumney a una manifestazione dedicata alla sperimentazione . Il falsetto straordinario (ma è bella anche la voce al naturale) che passa attraverso due microfoni e le manipolazioni dello stesso Sumney, la capacità di riarrangiare brani ancora nuovi, ci parlano di un artista davvero alla ricerca di un linguaggio suo proprio. Anche quando interpreta pezzi altrui: è il caso di Come To Me di Björk, che qui si veste di parti di violino sublimi.

Moses Sumney @ Festival Days Off

Un inedito e una grande conclusione per Moses Sumney

E poi una canzone inedita (non per molto, promette lui), Rank & File, che sembra Nina Simone passata attraverso qualche decennio di elettronica, con saliscendi ritmici e vocali. Verso la fine Lonely World e Doomed, due dei brani più immediati di Aromanticism, scatenano l’entusiasmo di un pubblico silenzioso durante le esecuzioni quanto entusiasta. A chiudere, come encore, Moses Sumney interpreta da solo, imbracciando la chitarra, Plastic. E se fra tanti generi diversi in un negozio di dischi dovessi decidere dove collocare il suo, sarebbe fra il soul, almeno per l’anima che ci mette dentro.

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Mi piace la musica senza confini di genere e ha sempre fatto parte della mia vita. La foto del profilo dice da dove sono partita e le origini non si dimenticano; oggi ascolto molto hip-hop e sono curiosa verso tutte le nuove tendenze. Condividere gli ascolti con gli altri è fondamentale: per questo ho fondato TomTomRock.

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