Rock en Seine 2019Deerhunter, Royal Blood, Foals

Domenica 25 agosto, terza giornata per il Rock en Seine 2019.

Rock en Seine 2019
Deerhunter, Royal Blood, Foals

Giornata ricca di appuntamenti, certamente la più densa del Rock en Seine 2019, nonostante l’indimenticabile prima serata con The Cure. La concorrenza sulla scena parigina, fra sale e festival, è ormai durissima, ma l’organizzazione è comunque riuscita ad aggiudicarsi alcuni fra i nomi più interessanti della scena rock contemporanea. A favore del Rock en Seine gioca inoltre il sito eccellente: il Domaine National de Saint-Cloud è senza dubbio una delle sedi più belle fra quelle che ospitano festival europei, stretta com’è fra la Senna, Parigi e i boschi.

I Mini Mansions presentano il nuovo disco

Cominciamo con i Mini Mansions, da me pressoché scoperti grazie a un Rock en Seine nel 2015.

Mini Mansions
Mini Mansions

Tornano per promuovere il nuovo Guy Walk Into a Bar…. ma anche dopo tante collaborazioni live: Tyler Parkford e Zach Dawes con gli Arctic Monkeys e i Last Shadow Puppets, Michael Shuman come membro permanente dei QOTSA. Sono tutte influenze che la loro musica registra. Coraggiosi con il sole in faccia e una grande calura, tengono a lungo le giacche: ma come dicono loro vengono da Los Angeles, California! Si concedono con generosità e una bella classe, comunicando con il pubblico. Si dividono fra le canzoni dell’ultimo e quelle forse più note al pubblico del disco precedente, come Vertigo. La performance meno rock e più pop del 2015 mi aveva convinta maggiormente, però il divertimento con loro è garantito.

Sam Fender
Sam Fender

C’è un po’ di tempo per Sam Fender del quale si attende il LP di esordio, Hypersonic Missiles, del quale si sono però ascoltate diverse canzoni. Dal vivo meno pop e più rock che in studio, ma anche con qualche limite di voce, offre comunque diverse buone canzoni e lascia sperare bene.

The Murder Capital sorprendono il Rock en Seine 2019

Fra i nomi nuovi messi in scaletta nella speranza di una rapida ascesa, come dichiarato dagli organizzatori, si possono contare The Murder Capital, che in effetti sono usciti bene When I Have Fears e ai quali la piccola scena Firestone sta stretta. Post-punk filologico di forte ispirazione Joy Division per il gruppo irlandese che naturalmente presenta il disco dinanzi a un pubblico folto.

The Murder Capital
The Murder Capital

L’influenza Joy Division si nota già a partire dal look, il che certo fa revival visto che parliamo di una band di quaranta anni fa. Però nella crisi del rock ci stanno band così, che ci credono davvero e danno tutto, con bella presenza scenica. Il pubblico apprezza molto e per alcuni sarà uno dei grandi momenti di questo Rock en Seine 2019.

I Deerhunter non deludono

Sul finire del concerto bisogna correre sulla Scène Cascade dove si esibiscono i Deerhunter, per chi scrive l’interesse maggiore della giornata. Arrivano per presentare l’ottimo Why Hasn’t Everything Already Disappeared?, pubblicato all’inizio dell’anno, ma Halcyon Digest un po’ a sorpresa gioca la parte del leone conferendo al concerto un’atmosfera criptica. Per il resto ci sono brani dall’ultimo e Take Care da Fading Frontier, ma niente da Monomania, un disco che divide i fans ma che aveva entusiasmato TomTomRock. Bradford Cox ha una voce magnifica anche dal vivo come in studio e la sua presenza è catalizzatrice.

Deerhunter
Deerhunter

Insomma nessun delusione da loro, ma anzi la voglia di riascoltarli in sala per un concerto più lungo.

Si passa all’hard rock dei Royal Blood

Mentre i Deerhunter finiscono il concerto, sulla Grande Scène attaccano i Royal Blood. Il duo divide la setlist più o meno equamente fra l’ultimo How Did We Get So Dark? e l’esordio omonimo. Che ci era piaciuto di più e che si conferma migliore anche nella dimensione live. Il duo è ormai dedicato a un hard rock molto di maniera, dove l’elemento che più colpisce è la capacità del bassista di suonare come se avesse basso e chitarra in contemporanea. Insieme al batterista e con l’aiuto di un paio di coriste mettono a segno uno spettacolo efficace soprattutto per chi ama un rock privo di qualsiasi nuance.

Royal Blood
Royal Blood

Riff dopo riff, il pubblico giovane si lascia andare al mosh pit e quello più âgé saltella felice pensando che il rock dei bei tempi non è morto.

I Foals tra le star del Rock en Seine 2019

I Foals sono programmati sulla seconda scena in ordine di grandezza, ma certamente avrebbero riempito la prima. Riescono a mettere insieme un pubblico indie, dance, rock, mescolando un po’ tutto con un’energia notevole. Questo va loro riconosciuto anche da chi non ama troppo i loro dischi, in particolare gli ultimi. Yannis Philippakis è un grande frontman, con i gesti che tutti attendono, come il crowdsurfing finale: non per niente i fotografi sono ammessi sotto il palco alla fine e non all’inizio. La sequenza Olympic Airways/My Number (dal primo e terzo disco) mette tutti d’accordo, non c’è che dire.

Foals
Foals

Chiude Aphex Twin: elettronica dopo una giornata all’insegna del rock, ma possente e rischiarata da un set di luci pazzesche. Chi ha ancora forze balla, altri si lasciano andare alla sensorialità dello spettacolo. Comunque, un buon modo per dire arrivederci al Rock en Seine 2019.

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Mi piace la musica senza confini di genere e ha sempre fatto parte della mia vita. La foto del profilo dice da dove sono partita e le origini non si dimenticano; oggi ascolto molto hip-hop e sono curiosa verso tutte le nuove tendenze. Condividere gli ascolti con gli altri è fondamentale: per questo ho fondato TomTomRock.

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