bill wells aidan moffat the most important place in the world

bill wells aidan moffat the most important place in the world

di Renato ‘Campominato’

Canzoni sulla vita che vogliamo contro quella di cui abbiamo bisogno, sui segreti che nasconde la città… descrive grosso modo così l’ex Arab Strap Aidan Moffat questa seconda collaborazione con il pianista compositore e buon amico Bill Wells, fugando ogni dubbio su una presunta leggerezza di contenuti a cui potevano far pensare il titolo (preso da una campagna pubblicitaria IKEA) e il disegnino infantile della copertina ad opera del figlioletto di Moffat. Impalcature sonore basate prevalentemente sulle inclinazioni jazz del pianoforte di Wells (e ben sostenute da un uso discreto di fiati), ci accolgono in On The Motorway e VHS-C. Le atmosfere notturne sono interrotte dalla ruvida confusione waitsiana di Lock Up Your Lambs per poi ritornare nella bellissima This Dark Desire. In The Tangle Of Us e Far From You si nota la forte influenza di Burt Bacharach, unita al pop britannico più raffinato, come quello di Neil Hannon, in Street Pastor Colloquy, 3AM e The Eleven Year Glitch. La bossanova di Any Other Mirror e il racconto rarefatto di Vanilla (che ricordano gli Everything But The Girl dello splendido Eden) sono intervallati da The Unseen Man, dove la voce di Moffat, che sovente raggiunge picchi elevatissimi di intensità, s’impegna in un’appassionata narrazione quasi al confine con il rap (non me ne vogliano i “puristi”del genere), complice un’efficace base ritmica elettronica. Chiude malinconicamente We’re Still Here, con un trionfo di archi e il ritorno del ticchettio di un orologio, già presente nel primo brano, come per voler sottolineare i confini di questa riflessione, drammatica ma non priva di un umorismo tipicamente british (anzi scottish), a proposito dell’ostinazione contro le avversità e  la degenerazione alle quali a volte imprudentemente contribuiamo.

8.8/10

httpv://www.youtube.com/watch?v=U4__lh5pX7Y

Bliss

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