boy george this is 2
boy george this is 2
 

di Mauro Carosio
 
Il ritorno sulle scene di Boy George con un disco di inediti non ha nulla a che vedere con l’ennesima ricomparsa di un’icona del passato. Il ragazzaccio dei Culture Club, che ha dimostrato di avere ben di più delle sette vite feline, si ripresenta con un lavoro che sorprende fin dal primo ascolto. Intanto la scelta dell’immagine è emblematica. George Alan O’Dowd opta per una stravaganza a cui non ci aveva abituati: la sobrietà. Abbandonati i travestimenti eccessivi e androgini il Boy George del terzo millennio è un artista cinquantenne che, facendo tesoro delle esperienze musicali del passato, propone un’ infilata di brani perfetti e ben confezionati presentandosi come un grande musicista consapevole di interpretare lo spirito della contemporaneità. This Is What I Do è un lavoro consistente in cui ogni brano ha un’impostazione solida e puntuale.  Il singolo, King Of Everything, è un ottimo biglietto da visita nel quale spicca una vocalità compiuta e affinata, insieme a una melodia di sicura presa. Il resto dell’album spazia da un raffinato reggae-dub, degno della miglior produzione di Grace Jones e dei primi Culture Club opportunamente rivisitata, a melodie più variegate tali da dimostrare le grandi potenzialità artistiche di un personaggio dato più volte per spacciato. Degne di nota sono senza dubbio la conclusiva Feel The Vibration e la bellissima quanto lacerante cover di Yoko Ono, Death Of Samantha. Non ci resta che goderci il felice ritorno e aspettare le prove dal vivo in programma per i prossimi mesi.
 
8/10
 
Boy George King Of Everything
 
 
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