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di Marina Montesano

Il successo degli Hurts è arrivato a sorpresa nel 2010 con l’esordio Happiness. Mentre in Inghilterra furoreggiavano dubstep, grime ed electro, il duo di Manchester proponeva un synth-pop romantico e allo stesso tempo magniloquente, reminiscente degli anni Ottanta piuttosto che in linea con la contemporaneità. Niente di male in questo, come pubblico e classifiche hanno dimostrato, e infatti con il nuovo Exile la formula degli Hurts non cambia poi molto: la loro è soprattutto una musica di belle canzoni, come la titletrack d’apertura e il singolo Miracle. Non che manchino del tutto le novità, rintracciabili per esempio nella base hip-hop di Sandman – ma fortunatamente Theo Hutchcraft resta legato al suo cantato pop melodico e non si cimenta con il rap; oppure in alcuni momenti più introspettivi (almeno fino al chorus…): come nella bella The Road. L’unica pecca, in un disco nel complesso molto riuscito , sta nel fatto che a questo punto il duo potrebbe giovarsi di una produzione più efficace, utile a escludere qualche ripetitività, ma soprattutto in grado di generare un suono più muscolare che in qualche occasione latita.

7,5/10

httpv://www.youtube.com/watch?v=HrAclaz5GvA

Hurts – Miracle

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