Il leader dei My Morning Jacket, Jim James, e Regions Of Light And Sound Of God.
Una delle più vituperate frasi degli ultimi cent’anni dice: ” Quando sento la parola cultura metto mano alla pistola”. Esagerando un po’, è tuttavia vero che la citazione viene alla mente in modo quasi naturale quando si pensa ad artisti come Jim James. Il leader dei My Morning Jacket è molto amato dalla critica per la sua intelligenza, duttilità e, appunto, per la sua cultura musicale. In realtà, tanto nei dischi con il gruppo (tutti belli e dimenticabili dopo mezz’ora dall’ascolto) quanto in questo esordio solista, James sembra mettere sempre troppa cultura, diciamo quella del nerd grassoccio che, grazie al rock alternativo, può infine prendersi la rivincita sui compagni di college bellocci e tonti.
Un disco un po’ noioso
Un parziale resumé di Regions Of Light and Sound Of God può chiarire il concetto: l’iniziale State of The Art (A.E.I.O.U.) si muove in eleganti spazi soul che s’ispirano a Curtis Mayfield, I Didn’t Know ‘Til Now è psichedelia narcotica alla Flaming Lips, A New Life cita il Sam Cooke pop (con tanto di finale turbomelodico) e All Is Forgiven è un bolero psych-jazz.
Tutto è proposto in modo ineccepibile e interessante, tutto è permeato da un suadente senso di spiritualità, tuttavia manca la naturalezza, manca la capacità di trovare l’hook melodico davvero coinvolgente, manca la visionarietà di Matthew E. White o la sfrontatezza di Frank Ocean, tanto per citare due nomi contemporanei in parte affini. Manca anche l’energia del rugbista Martin Castrogiovanni che, in certe foto, a Jim James somiglia parecchio.
6,2/10