greco brel

greco brel

di Raimondo Bignardi

L’incontro fra due mostri sacri della scena francese: Juliette Gréco e Jacques Brel

In Francia è assai comune per un interprete di rango cimentarsi col repertorio dei mostri sacri della “chanson”. Meno comune farlo a 87 anni. Accompagnata dal marito Gérard Jouannest (81), pianista e co-autore di tante canzoni di Jacques Brel, Juliette Gréco, Jujube, ne sceglie 12 del grande belga, perlopiù dalla seconda metà degli anni ’60.
Il risultato è “formidable”, grazie anche agli arrangiamenti e alla direzione d’orchestra di Bruno Fontaine, specialista in colonne sonore (e si sente!). Ne risulta un suono cameristico, con un po’ di tardo-romanticismo francese, un po’ di kabarettlieder di Schoenberg e le atmosfere delle musiche da film di Delerue.

Juliette Gréco Chante Brel a modo suo

Su queste basi Gréco canta, bofonchia, declama, sputazza come i marinai di Amsterdam. Ne La chanson des vieux amants, accompagnata dal solo violoncello, e in Ne me quitte pas sostituisce rassegnazione e disperazione breliane con accettazione e rabbia. Formidabili anche Je suis un soir d’ été, Prochain amour, Tango funèbre, J’arrive, con Gréco che spinge con tutto il suo bagaglio istrionico per ridare vita a queste storie di 50 anni fa.

Consiglio questo disco naturalmente a chi ama Brel (chi non lo conosce subito a sentire il suo ultimo album del 1977) e più in generale la canzone francese d’ autore, ma anche a chi gode nell’ ascoltare quelle grandi interpreti (Simone, Faithfull, Lemper) che sanno, come Jujube, passare dalla disperazione al valzer, dall’allegria al tango.

8/10

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