di Antonio Vivaldi

Solo per il fatto di suscitare reazioni tanto contrastanti, i Light Asylum qualcosa di interessante devono pur avere. L’idea base è simile a quella dei Crystal Castles: un maschio, Bruno Coviello, che maneggia tutti i suoni e sta un pochino in disparte e una femmina, Shannon Funchess,  che canta e si fa molto notare. Rispetto ai Crystal Castles e al loro mondo sado-maso un po’ finto un po’ no, i Light Asylum suonano al tempo stesso meno estremi ma più tosti. Le note basse e possenti di Funchess sembrano un manifesto programmatico di vocalizzo dark wave, anche se la cantante non possiede solo quel registro e mostra una bella duttilità sia nel contesto ballabile che in quello ballatona. Quel che colpisce del duo di Brooklyn è proprio questo essere sempre e comunque molto corposo (a tratti pachidermico), e, per contro, poco duttile nelle parti strumentali. Un paio di episodi sono comunque davvero potenti (IPC e Shallow Tears), uno sa essere persino carezzevole (Beloved Freak) e tutti e tre potrebbero fare colpo anche sul pubblico generalista. Difficile immaginare il futuro: Shannon Funchess è già considerata un personaggio, mentre il povero Coviello tende a venire trattato come un comprimario di medio talento. Qualcuno già scommette che fra poco inizierà la carriera solista della nuova Grace Jones…  

6,5/10

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