Mac DeMarco Salad Days

Mac DeMarco Salad Days

di Renato ‘Campominato’

“…take it slowly, brother, let it go…”. Ma facciamo un piccolo passo indietro: rimasi deluso quando, un paio di anni fa, l’album 2 fece seguito all’ottimo EP d’esordio di Mac DeMarco. Qualcosa mi sembrava non funzionasse, erano scomparsi il talentuoso crooner con le sue atmosfere da locale malfamato e malgrado qualche spunto interessante, il risultato finale non mi dava l’impressione di essere all’altezza delle aspettative. Oggi il giovane Mac mi sorprende positivamente sfornando un signor disco. Sembra aver imparato la lezione e, come consiglia nel ritornello di Brother, se la prende comoda. In questo lavoro, i cui germogli sembrano prodotti da semi diversi che un vento bizzarro si è divertito a riunire, attenua i ritmi caotici e le sbandate chitarristiche, abbandonandosi agli echi dei maestri del pop britannico, con tenui atmosfere da ballata paisley, delicati riff dal retrogusto acido (tra Smiths prima maniera e i Television di Tom Verlaine) e sfoggiando anche sintetizzatori di prima generazione (in Chambers Of Reflection sembra addirittura che Damon Albarn canti sui titoli di coda di un film yuppie americano anni ’80…). Estremamente difficile da catalogare per gli elementi peculiari presenti nei brani, che hanno in comune solamente un uso intelligente di melodie, anche nel modo di cantare, che non risultano mai stucchevoli o banali. Se questo sarà l’apice o il vero inizio di una brillante carriera non è prevedibile, per ora auguriamoci solo che questo piccolo capolavoro non passi, come troppo spesso capita, inosservato.

8.5/10

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Mac DeMarco – Brother

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