melanie de b Blackened Cities

melanie de b Blackened Cities

Un pezzo di 24 minuti (raro) che scorre in un attimo (rarissimo)

di Antonio Vivaldi

Un pezzo da 24 minuti è da tempo una rarità in ambito di rock allargato. Certo, gli Swans ogni tanto si cimentano sulla lunghissima distanza, ma lì non si tratta di ‘pezzi’ quanto piuttosto di mani pigiate sui tasti della psicosi e che a quei tasti restano attaccate (in questo senso li si potrebbe definire in effetti ‘pezzi di psicosi’). Blackened Cities, invece, è una sorta di suite a metà strada fra jazz (la ritmica e il piano) e prog (le tastiere ‘70s, il flauto) entrambi in accezione lieve e si muove, quantomeno all’apparenza, fra struttura pensata a priori e improvvisazione traendo, peraltro, il meglio da entrambe le fonti. De Biasio forse è stanca del cliché, tra il buffo e il riduttivo, della “Billie Holiday belga”, gioca dunque su toni meno felpati rispetto al passato ed è bravissima nel dialogare senza fatica con gli strumenti. Il risultato è che i 24 minuti passano in un attimo (mica come con gli Swans…) e vien voglia di riascoltare subito il disco in cerca di sfumature, echi, frasi accennate. Si potrebbero citare come termini di riferimento Pharoah Sanders, Patti Waters, i Talk Talk e persino i Blue Nile; in realtà funziona di più il parallelo, più emotivo che sonoro, con Sketches of Skelmersdale dei Magnetic North (da noi recensito di recente): realtà urbane tra il grigio e il nero descritte senza tristezza o brutalismo; con leggerezza e gioia di vivere a prescindere invece.

7,8/10

httpv://www.youtube.com/watch?v=X7W9jE-iIRQ

Blackened Cities

 

 

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