merchandise after the end

 

merchandise after the end

di Francesca Bassani

Accolti dall’atmosfera onirica di Corridor, primo brano di After The End, si è pronti ad immergersi in un inaspettato viaggio fuori dal tempo, grazie a quel suono dolce e senza epoca che pare provenire da un carillon abbandonato in fondo al mare della Florida (i Merchandise arrivano da Tampa). Invece, l’attacco del secondo pezzo Enemy, ci riporta bruscamente alla realtà, preannunciando il mood dell’intero album: un pop a tratti malinconico (come in Green Lady o True Monument), ma poco fantasioso.
L’album, al primo ascolto, lascia un po’ perplessi. Ci sono così tanti rimandi ad altre band, ad altri brani, a generi mescolati irrispettosamente fra loro, da dare quasi fastidio, al punto di ritrovarti a chiederti se veramente ci fosse bisogno di un disco di canzoncine buono da tenere in sottofondo mentre si passa l’aspirapolvere.
Dopo più ascolti per fortuna il tedio si affievolisce e si trova addirittura qualche spunto interessante su cui soffermarsi. Ma poi capisci che quello spunto interessante ti fa venire solamente voglia di riascoltarti un pezzo degli Smiths, o dei Kings of Leon, o ancora di qualche band degli albori del brit pop.
Certo è, che di fronte a una parete di dischi in attesa di essere suonati, difficilmente si sceglierebbe questo. Andremmo direttamente agli originali.

5/10

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Merchandise – Little Killer

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