Modena City Ramblers

Modena 2

Le  Tracce Clandestine dei Modena City Ramblers

Il combat-folk al gusto d’Irlanda dei Modena City Ramblers ha compiuto nel 2014 i vent’anni di carriera;  la nutrita discografia del  gruppo emiliano, non sempre all’altezza degli esordi, può contare su dischi di un certo spessore, come Appunti Partigiani (2005) o Dopo Il Lungo Inverno (2006), assieme a progetti magari onesti,  ma assai meno riusciti. Tracce Clandestine nasce dall’esigenza dei Modena City Ramblers di omaggiare le principali fonti d’ispirazione del gruppo: la canzone politica, i Clash, le Negresses Vertes, i Pogues, Manu Chao/Mano Negra, ma anche Pierangelo Bertoli, Bruce Springsteen e il ‘son’ cubano. Sono tutti brani che il gruppo ha eseguito spesso dal vivo, ma non ha mai pubblicato su disco. Il ripasso dei classici è aiutato da un bel gruppo di ospiti, come Eugenio Finardi (un’aggiornata Saluteremo Il Signor Padrone), Stephane Mellino delle Negresses Vertes (una bella versione bilingue di L’Homme Des Marais),  Terry Woods dei Pogues (in due brani originali) e, ancora, Alberto Bertoli, figlio d’arte, in una canzone del padre (Prega Crest); nessun ospite, al contrario, per la bella versione filologica di The Ghost Of Tom Joad.

Disco quindi piacevole, veloce e rinfrescante, ma fortemente militante, visto che ai  brani più ritmati come la trascinante If I Should Fall From Grace With God del gruppo di Shane Mac Gowan, l’attualissima Rock The Casbah dei Clash o l’ormai stanca Clandestino di Manu Chao si affiancano  due brani politicamente ‘pesanti’ come Per I Morti Di Reggio Emilia e Fischia Il Vento. Tracce (ormai) clandestine…

7,3/10

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Recensore di periferia. Istigato da un juke-box nel bar di famiglia, si cala nel mondo della musica a peso morto. Ma decide di scriverne  solo da grande, convinto da metaforici e amichevoli calci nel culo.

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