Gli Ought: un collettivo pieno di speranze
Che gli Ought siano un collettivo di giovani statunitensi più un australiano riunitisi nel 2012 in un’università di Montréal, Quebec, mentre scoppiava una rivolta studentesca contro l’aumento delle rette; che il disco sia stato concepito in quel contesto; che la copertina con le mani giunte come in un patto sia stata ritrovata su un bidone dell’immondizia: ecco, tutto questo potrebbe suonare terribilmente hipster, pretenzioso e anche un po’ noioso.
Molti modelli ma anche canzoni riuscite in More Than Any Other Day
Ma la musica di More Than Any Other Day tutto è tranne che questo. Certamente, alcune delle icone indie per eccellenza si affacciano nella musica degli Ought: dai Velvet Underground in Forgiveness, ai Television in Habit (spledida), ai Fugazi in Pleasant Heart. Il tutto suonato con un furore che non lascia indifferenti: ascoltate il crescendo di Today, More Than Any Other Day per farvene un’idea.
Non l’intero disco viaggia su queste vette d’eccellenza; verso la fine Around Again e Clarify! sembrano perdere il filo del discorso, ma (Are You) Gemini chiude assertivamente un disco pregevole.
8/10