Antisocialites degli Alvvays è un disco che porta con sé, inspiegabilmente, pensieri extra-musicali. Ad esempio induce a chiedersi come mai un sotto-genere per definizione fragile ed etereo quale il dream-pop sia così resistente. Esiste infatti da una decina d’anni almeno un’internazionale dell’onirico gentile che comprende nomi di varia provenienza, dai Beach House ai My Sad Captains, dai Girls In Hawaii ai Mazzy Star. Che sul versante dream sfiora lo shoegaze di nuovo in auge, e su quello pop non è poi così lontano dalla diva stralunata Lana Del Rey. Dev’essere un segno dei tempi difficili. C’è chi si butta sul sogno e chi sulle serie televisive dedicate ai narcotrafficanti. In entrambi i casi per fuggire l’angoscia, probabilmente. La invero poco rilevante meditazione scaturisce dal fatto che, nel paese dei suoni trasognati, il gruppo canadese rappresenta oggi una delle località più trendy e frizzanti. Rispetto all’eponima opera prima di tre anni, Antisocialites sceglie quasi sempre la via più rapida e lineare verso il ritornello e quasi sempre l’azzecca. E’ a suo modo un disco balneare [da un gruppo canadese?, ndr], ma da primi giorni di settembre quando fa meno caldo, c’è meno gente e in spiaggia si sta proprio bene. Persino se si è antisociali. Ovviamente per questo tipo di suono, spuntano inevitabili i riferimenti agli anni ’60 (Shirelles, dice qualcuno) e agli anni ’80. Ma più che ai soliti gruppi C-86, questi riguardano Lush o …. Infine, in Antisocialites manca il turbo-singolo in stile Archie, Marry Me del primo album e alla lunga si percepisce un po’ di uniformità. Però l’ultima traccia, Forget About Life, si ferma un po’ di più a pensare ed è piuttosto bella. Potrebbe essere un’indicazione per un futuro in una nuova versione di dream-pop.Transgressive - 2017

Il frizzante secondo album dei canadesi Alvvays.

Alvvays - Antisocialites | recensione
Transgressive – 2017

Antisocialites degli Alvvays è un disco che porta con sé pensieri extra-musicali. Ad esempio induce a chiedersi come mai un sotto-genere per definizione fragile ed etereo quale il dream-pop sia così resistente.

Il dream-pop degli Alvvays come segno dei tempi?

Esiste infatti da oltre una decina d’anni un’internazionale dell’onirico gentile che comprende nomi di varia provenienza, dai Beach House ai My Sad Captains, dai Girls In Hawaii ai Mazzy Star. Che sul versante dream sfiora lo shoegaze di nuovo in auge, mentre su quello pop non è poi così lontano dalla diva stralunata Lana Del Rey.

Dev’essere un segno dei tempi difficili. C’è chi si butta sul sogno e chi sulle serie televisive dedicate ai narcotrafficanti. In entrambi  i casi per fuggire l’angoscia, probabilmente.

Antisocialites è più pop e meno dream del disco precedente

La invero poco rilevante  meditazione scaturisce dal fatto che, nel paese dei suoni trasognati, il gruppo canadese rappresenta oggi una delle località più trendy e frizzanti. Rispetto all’eponima opera prima di tre anni fa, Antisocialites sceglie quasi sempre la via più rapida e lineare verso il ritornello e quasi sempre l’azzecca. E’ a suo modo un disco balneare [da un gruppo canadese?, ndr], ma da primi giorni di settembre quando fa meno caldo, c’è meno folla e in spiaggia si sta proprio bene. Ci stanno bene anche gli Antisociali che naturalmente ci aggiungono un po’ di malinconia per l’incipiente autunno.

Come capita sempre in questo tipo di suono, non mancano i i riferimenti agli anni ’60 (Shirelles, dice qualcuno) e ai tardi anni ’80-primi ’90. Più in versione vivace-Lush che torbida-My Bloody Valentine.

Quasi tutti i titoli di Antisocialites potrebbero essere ottimi singoli, anche se manca un pezzo dritto al cuore come era  Archie, Marry Me del primo album. Alla lunga si percepisce poi un po’ di uniformità e la cosa vale anche per la voce, comunque bella, di Molly Rankin. Però l’ultima traccia, Forget About Life, si ferma un po’ di più a pensare ed esplora stradine meno illuminate. Potrebbe essere un’indicazione per una versione più articolata del dream-pop degli Alvvays. Visto che è musica resistente, come si diceva.

Alvvays - Antisocialites
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Nello scorso secolo e in parte di questo ha collaborato con Rockerilla, Musica!, XL e Mucchio Selvaggio. Ha tradotto per Giunti i testi di Nick Cave, Nick Drake, Tom Waits, U2 e altri. E' stato autore di monografie dedicate a Oasis, PJ Harvey e Cranberries e del volume "Folk inglese e musica celtica". In epoca più recente ha curato con John Vignola la riedizione in cd degli album di Rino Gaetano e ha scritto saggi su calcio e musica rock. E' presidente della giuria del Premio Piero Ciampi. Il resto se lo è dimenticato.

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