Anna Calvi - Hunter | Recensione TomtomrockDomino - 2018

Hunter: Passioni, corpi e identità multiple nel nuovo disco di Anna Calvi.

Anna Calvi giunge alla famigerata terza prova con un disco multiforme e difficile da collocare in un genere. Siamo nell’ambito del rock, certamente, ma la musicista britannica (di padre italiano) stavolta tenta di superarne i canoni più usuali. C’è una maggiore spinta verso l’innovazione, elemento a cui Anna ha peraltro sempre puntato, in passato accompagnata nel suo cammino da personaggi di tutto rispetto (Brian Eno, David Byrne e Nick Cave giusto per fare qualche nome).

Anna e le prime della classe

Anna Calvi fa parte di un gruppo di artiste che potremmo descrivere con l’ossimoro ‘alternative mainstream’. Il suo personaggio  può essere accostato alle ‘divine’ St. Vincent e PJ Harvey, a cui andrebbe oggi aggiunta la meno nota (e più giovane) Mitski. Personalità difficilmente etichettabili e spesso giudicate algide o autoreferenziali, ma comunque portatrici di suoni riconoscibili come contemporanei. E  nel mare magnum della musica odierna lo  sfuggire a stereotipi sicuri rimane l’unica via per pensare a un futuro non costituito da cloni di antiche glorie.

Hunter, transgender e pansessuale

L’eponimo album d’esordio (2011) e il successivo One Breath (2013) sono stati apprezzati dalla stampa specializzata (il primo ha ricevuto le nomination per Mercury Prize e Brit Awards), pur lasciando l’impressione di potenzialità non del tutto espresse. E lo stesso discorso valeva per l’ep di cover Strange Weather (2014)

 

 

Con Hunter Anna Calvi dissolve ogni dubbio e ci porta con lei a “caccia” in un mondo torbido di passioni forti e colori accesi in un contesto musicalmente costruito ad arte per accompagnare un lavoro ambizioso e polisemico. Hunter trasmette energia e sensualità trasversale in ogni brano. La ricerca del piacere, esplicitata nella splendida title-track o più intellettualizzata in altri brani, è la colonna portante dell’intero disco. La musica si adatta perfettamente all’occorrenza passando dal rock  alla ballata ed esplorando, come detto, anche altri ambiti sonici. Inutile cercare il pezzo migliore dell’album. Certo il singolo Don’t Beat The Girl Out Of My Boy e la succitata Hunter hanno una marcia in più per allargarsi a un pubblico più vasto. In ogni caso l’intero album è da ascoltare più volte lasciandosi travolgere piacevolmente (e con qualche brivido sexy) da un’Anna Calvi in splendida forma.

Anna Calvi - Hunter
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Ha suonato con band punk italiane ma il suo cuore batte per il pop, l’elettronica, la dance. Idolo dichiarato: David Byrne. Fra le nuove leve vince St. Vincent.

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