Ariel Pink - Dedicated To Bobby Jameson | recensioneMexican Summer - 2017

Chi era Bobby Jameson? Ariel Pink lo sa bene.

Ariel Pink - Dedicated To Bobby Jameson | recensione
Mexican Summer – 2017

Nell’Italia dove impazzano – oltre a idee tremende – le ristampe in versione edicola di chiunque, dai Pink Floyd a Bryan Adams, che senso ha parlare di uno conosciuto da 1000 persone, se va bene, come Ariel Pink? In un paese dove la cultura rock è solo citazione di un passato ‘mitico’ per default vale la pena parlare di una figura di nicchia come questo tipo dai capelli orrendamente rosa?

Eppure  la risposta è sì. Perché tante sono le cose da sentire e di cui vale la pena parlare in questo Dedicated To Bobby Jameson. Un disco cangiante, a volte frivolo a volte quasi minaccioso. Per poi tornare frivolo, ma con una qualche cupezza di fondo. Forse perché è dedicato sì a Bobby Jameson, ma anche a Los Angeles megalopoli frullatrice di teste, idee e sentimenti.

La triste storia di Bobby Jameson

Intanto, chi era Bobby Jameson? Un musicista che nei primi anni ’60 losangelini – appunto – fu promosso commercialmente come “futura star mondiale”, scrisse canzoni belle e di poco successo e morì nel 2015 dopo decenni trascorsi fra ricoveri in psichiatria, arresti, tentativi di suicidio e ciniche analisi dell’industria musicale affidate a un blog.

Un po’ commuove il fatto che, omaggiando la memoria di Jameson, Ariel Pink (vero cognome Rosenberg) abbia realizzato il disco più affascinante della sua carriera. Anche il più centrato, almeno nei limiti del personaggio, il che è tutto dire.

La genialità pop di Ariel Pink

Ariel Pink è uno di quei genietti che frequentano i margini del mondo pop attuale. Insieme a lui si possono citare Christopher Owens, Zachary Cole-Smith (dei DIIV) o i neo-arrivati Lemon Twigs. Tutti bravi, tutti capaci di rimescolare un passato sonoro che conoscono a menadito con una qualche percentuale di pazzia. Quella stessa pazzia che impedisce loro di coordinarsi quanto serve ad avere un successo commerciale anche solo discreto.

Nel disco precedente, Pom Pom, Pink/Rosenberg era stato eclettico in modo sovente fine a se stesso. Può darsi che oggi, ormai a un passo dai 40 anni, il nostro abbia iniziato a preoccuparsi per il  proprio futuro. Magari temendo di fare la fine del povero Bobby.  Non è un caso, forse, che il primo pezzo, avvolto  da epici synth anni ’80, s’intitoli Time To Meet Your God. Dove si parla appunto di incontrare Dio, ma anche di ucciderlo, di conoscerne la grazia, ma anche l’ira. Spunta pure un “Allahu Akbar”…  Qualche minuto più avanti ecco arrivare Time To Live in cui la litania “time to live” si mischia a “time to die”.

Dedicated To Bobby Jameson è un disco (quasi) ben strutturato

Caotiche preoccupazioni esistenziali a parte, il pregio maggiore dell’album è di limitare a pochi momenti la tendenza alla stranezza inconsequenziale. C’è, ovviamente, eclettismo (funk, pop radiofonico, psichedelica, yacht rock)  e non manca il citazionismo, dai Doors agli Electric Prunes agli Shocking Blue (quelli di Venus). Però stavolta AP sembra metterci un po’ di cuore oltre alla testa matta. E così il disco funziona. Come si diceva intriga, diverte e persino emoziona.

Resta il dubbio iniziale. Se valga la pena parlare di Ariel Pink in un paese dove il rock è ormai una cosa per sessantenni con pochi peli in testa e codino grigio. Almeno uscisse in edicola la ristampa di Songs Of Protest And Anti-Protest di Bobby Jameson. In fondo è uno “sconosciuto eroe dei favolosi anni ’60”.

Ariel Pink - Dedicated To Bobby Jameson
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Nello scorso secolo e in parte di questo ha collaborato con Rockerilla, Musica!, XL e Mucchio Selvaggio. Ha tradotto per Giunti i testi di Nick Cave, Nick Drake, Tom Waits, U2 e altri. E' stato autore di monografie dedicate a Oasis, PJ Harvey e Cranberries e del volume "Folk inglese e musica celtica". In epoca più recente ha curato con John Vignola la riedizione in cd degli album di Rino Gaetano e ha scritto saggi su calcio e musica rock. E' presidente della giuria del Premio Piero Ciampi. Il resto se lo è dimenticato.

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