Fionn Regan - Cala | Recensione TomtomrockAbbey Records - 2019

Fionn Regan e i quadretti acustici di Cala.

Fionn Regan - Cala | Recensione Tomtomrock
Abbey Records – 2019
Fionn Regan, irlandese, cantautore attivo da una ventina d’anni, ha avuto un piccolo balzo di notorietà con l’esordio del 2006, The End Of History, giunto dopo parecchi anni di singoli e brani isolati. La difficoltà di far uscire il secondo disco (inedito e conosciuto come The Red Tapes) prodotto da Ethan Johns, ne ha un stoppato un po’ la carriera, tant’è vero che fino ad oggi la discografia si fermava a cinque uscite.

Fionn Regan ‘colonnaro’ e letterato

Tra i molti riconoscimenti tributati al cantautore c’è l’uso di alcune sue composizioni in importanti fiction come Grey’s Anatomy e This Is England ‘88. Inoltre, il campionamento da un suo brano, Abacus, appare nell’album 22, A
Million di Bon Iver. Come spesso succede, siamo di fronte a quel tipo di artista che viene identificato, dalla stampa di lingua inglese, con definizione di  ‘musician’s musician’. Dunque un musicista apprezzato più all’interno che all’esterno della scena. Le delicate canzoni di Fionn Regan hanno sempre un forte legame con la letteratura, tanto che, in patria, gli è stata concessa la membership onoraria dal famoso Trinity College di Dublino.

La delicatezza acustica di Cala

Il nuovo disco, Cala (dallo spagnolo, ma anche dall’italiano: insenatura, baia) viaggia sui binari sognanti di un delicato fingerpicking, con accenni a predecessori imprescindibili come Nick Drake, ma anche a contemporanei come i connazionali Conor O’Brien (Villagers), Luka Bloom, o al più solido Piers Faccini. Le lievi correnti elettroniche che accompagnano il canto sommesso impreziosiscono una sequenza di quadretti acustici che conviene seguire con il testo davanti agli occhi, poiché la musica, i piccoli disturbi sonori e le parole sono strettamente interconnesse.
Come nel disco precedente, il variegato e in parte spiazzante The Meeting Of The Waters, anche nel finale di Cala c’è un omaggio al Giappone, terra che Regan sembra apprezzare in modo particolare, con l’intensa Under The Waves – Tokyo. Si trasferisse là potrebbe incidere il suo capolavoro…

Fionn Regan - Cala
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Recensore di periferia. Istigato da un juke-box nel bar di famiglia, si cala nel mondo della musica a peso morto. Ma decide di scriverne  solo da grande, convinto da metaforici e amichevoli calci nel culo.

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