Iggy Pop - Free‎Caroline International‎ / ‎Loma Vista - 2019

Iggy Pop al suo xy album: Free.

A che quota siamo? Partendo dall’esordio Stooges ho perso il conto. E a quanti Iggy siamo? Già, perché di incarnazioni bizzarre il sig. Osterberg , classe’47, ne ha avute assai nel corso dei suoi 72 anni di esistenza terrena. Allora, Free … il termine ci sta in pieno. Poche volte nella sua carriera infatti Jimmy ha tentato di uscire dal cliché e spesso gli ha detto male per cui è dovuto sovente tornare a calarsi, letteralmente, le brache per il suo pubblico…

Iggy Pop - Free
‎Caroline International‎ / ‎Loma Vista – 2019

Arrivato al punto in cui la sua potenza iconica è fuori discussione ai limiti della beatificazione, e molti si chiedono come sia possibile sia sopravvissuto ai fratelli David e Lou nonostante eccessi portati all’eccesso, Mr. James dichiara uno dei suoi più enormi “who cares” e sfodera, paradossalmente, un disco per lui assolutamente rivoluzionario e lontanissimo dalla sua forzata comfort zone sex and drugs and rock and roll.

Free: il disco di Iggy che non ci aspettavamo

Free è disco di frontiera sonora, si apre con un‘atmosferica title track, dichiarazione di intenti, e la tromba che affiora farà capolino necessario per tutta la breve durata dell’album. Love Missing ha una cadenza post qualsiasi cosa vi venga in mente, oscura e forse ultimo residuo delle ultime frequentazioni Joshiane, ma con Sonali il colpo è duro: se a qualcuno viene in mente Blackstar non si vergogni di dirlo. Lui e Bowie son stati gemelli diversi, eteroinfluenzabili stilisticamente e con questo brano l’omaggio è sentito, pure dolorosamente direi.

Iggy Pop come James Bond

Il singolo (?) James Bond già si è ascoltato, starebbe benissimo a Shirley Bassey se i Propellerheads decidessero di ritentare il colpo… Dirty Sanchez è pleonasticamente texjazz, affiora il dubbio che il nostro si sia prestato a dare voce a musiche altre (ma se qualcuno ricorda già lo fece per Kusturica nel Valzer del Pesce Freccia-che titolaccio…), e qui si diverte a ripetere la formula dello standard botta e risposta cazzeggiando con la sua miglior versione di Rotten… Attenzione però perché la musica è tutt’altro che fracassona e banale, anzi.

Dall’elettronica alla poesia, Iggy Pop – Free non si fa mancare niente

Glow In The Dark è dub-Enoesca, si sente che l’atmosfera si fa rare/fatta, strani echi siderali e un basso gordissimo, poesia sonora. La voce è trattata assai, la si vuol rendere osmotica con gli strumenti e la tromba ci porta dalle parti di un noir francese. Elettronica contemporanea e purissima introduce Page, tocchi glitch per una profondissima esibizione vocale. Forse la libertà di cui parla il titolo sta anche in questo, nel rallentamento di una corsa verso il vanishing point e nella necessità di essere ascoltati oltre che sentiti.

 

Beat generation del futuro, We Are The People, manifesto pre e post generazionale al tempo stesso, l’assenza di esibizione di muscoli a fronte di una prolungata flessione che richiede attenzione,  testo molto contemporaneo.

Omaggio a Dylan Thomas

Ed è il Dylan Thomas già omaggiato da John Cale secoli fa quello che richiede una riverenza in Do Not Go Gentle Into That Good Night. Si ha di nuovo la certezza di essere capitati in un film aurale o una performance per i pronipoti di Jack Kerouac. E, come promesso dalla elegantissima ed inedita foto di copertina, si chiude con Dawn, un leggerissimo link la lega al finale di The Idiot o a The Overload che chiudeva Remain In Light dei Talking Heads. Quei brani che lasciano intravedere la meraviglia di una Apocalisse.

Lavoro riuscito che troverà molti dissensi nei fans e forse qualche consenso in orecchie più viziate a suoni altri, forse uno dei migliori tra i dischi “diversi” di Pop. E non l’ho chiamato neanche una volta l’Iguana…ops.

Iggy Pop - Free
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Collaboratore per testate storiche (Rockerilla, Rumore, Blow Up) è detestato dai musicisti che recensisce e dai critici che non sono d'accordo con lui e che , invece, i musicisti adorano.

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