John Coltrane - Both Directions At Once | Recensione TomtomrockImpulse! - 2018

 Dopo 55 anni ecco il “Lost Album” di John Coltrane.

John Coltrane - Both Directions At Once | Recensione Tomtomrock
Impulse! – 2018

Quando ho ascoltato per la prima volta l’atteso inedito di John Coltrane, il giorno stesso della sua uscita il 29 giugno di quest’anno, lo avevo classificato come l’ennesimo album ‘indispensabile’ di una delle figure più influenti del jazz contemporaneo. Due mesi e ripetuti ascolti dopo, alla prima impressione, che resta valida, si è aggiunta una strisciante consapevolezza. Nonostante i sette brani (*)  di Both Directions At Once siano stati incisi 55 anni fa, Il pomeriggio del 6 marzo 1963 per la precisione.  la musica prodotta da quel fenomenale quartetto è assolutamente contemporanea.

Possibile che Both Directions At Once sia un disco del 1963?

Provo a spiegarmi. il 5 marzo 1963, i Beatles sono ad Abbey Road insieme al produttore George Martin per incidere tre canzoni, From Me To You, Thank You Girl e The One After 909. Riascoltate oggi non sfuggono all’oltraggio del tempo, sia da un punto di vista artistico che da uno più strettamente tecnico: qualità della registrazione, produzione, suono complessivo (e non resistono nemmeno alle composizioni di qualche anno dopo dei quattro di Liverpool). Untitled Original 11383 invece (questo il titolo che apre l’album di Coltrane) potrebbe essere essere stato serenamente inciso oggi. Certo, registrare un sax tenore o soprano, un pianoforte, un contrabbasso, una batteria (nell’ordine dopo ‘Trane’, McCoy Tyner, Jimmy Garrison, Elvin Jones) non può essere molto diverso da 55 anni fa, soprattutto con la tendenza del ritorno all’analogico.

John Coltrane nostro contemporaneo

Ma è dal punto di vista artistico che il tempo sembra essere passato invano. Se si esclude l’avanguardia o la sperimentazione (ricordiamo che la musica di cui stiamo parlando all’epoca vendeva e addirittura entrava in classifica, oltre ad avere un ruolo ‘culturale’ indiscusso), oggi il jazz inteso in senso stretto, al netto quindi di tutte le forme in cui si è ibridato negli ultimi anni (dalla fusion a Thundercat per intenderci), non si discosta di un millimetro dalla musica che si può ascoltare in Both Directions at Once, sia essa un successo di Nat King Cole come Nature Boy, la rilettura di Vilia dalla Vedova Allegra di Franz Lehar, una delle prime versioni di Impressions o il torrenziale Slow Blues. Insomma il jazz è ormai divenuto ‘classico’ e come tale va interpretato, con tutte le conseguenze del caso. Per l’innovazione o la ribellione, eventualmente, rivolgersi altrove.


p.s. Sui motivi per cui questo disco ha riposato per cinquantacinque anni in casa Van Gelder nulla è dato sapere. Coltrane all’epoca era all’apice del successo, come testimoniano un tour europeo terminato nel dicembre precedente a Milano e la presenza in cartellone al Birdland dal 21 febbraio proprio fino al 6 marzo. Probabilmente l’Impulse non voleva saturare il mercato considerando che l’anno prima erano usciti il Live at Village Vanguard, Coltrane e il più ‘commerciale’ Ballads. E che di lì a poco sarebbero arrivati il disco con Duke Ellington e quello con Johnny Hartman (inciso peraltro il 7 marzo 1963).

(*) Si parla dell’edizione normale. La deluxe conta altrettante alternate takes.

John Coltrane - Both Directions At Once
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Da ragazzo ho passato buona parte del mio tempo leggendo libri e ascoltando dischi. Da grande sono quasi riuscito a farne un mestiere, scrivendo in giro, raccontando a Radio3 e scegliendo musica a Radio2. Il mio podcast jazz è qui: www.spreaker.com/show/jazz-tracks

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