Judy Dyble, 50 anni dopo i Fairport Convention
Fino a una decina d’anni fa Judy Dyble sembrava destinata ad avere un ruolo molto secondario nella storia del rock. Anche un po’ deprimente. Quello della sostituita (*). Prima cantante dei Fairport Convention, già nel 1967 viene rimpiazzata dalla più energica e carismatica Sandy Denny. Insomma, l’ancella che cede il passo alla regina (una regina che sarebbe morta – in modo un po’ triste – nel 1977).
La carriera sottotraccia di Judy Dyble
La carriera post-Fairport Convention di Dyble è all’insegna del minimalismo. Nel 1968 registra qualche canzone insieme a Giles, Giles & Fripp (i King Crimson in nuce). Nel 1970 forma insieme all’ex Them Jackie McAuley i Trader Horne. Il duo realizza un solo disco, Morning Way, sognante e sottovalutato. Poi Judy Dyble scompare, salvo salire sul palco per qualche reunion celebrativa dei Fairport a Cropredy. Ritorna in scena nel 2004 quando, cinquantacinquenne, esordisce come solista.
L’incontro con Andy Lewis
Oggi Summer Dancing vede Dyble proporre le canzoni registrate, nel corso di qualche anno, insieme al dj, produttore e bassista (ha suonato con Paul Weller) Andy Lewis. Date le premesse, ci si poteva aspettare giusto un gradevole disco folk-ambient. Invece il risultato va oltre le aspettative.
Summer Dancing: un disco di imprevista bellezza
Summer Dancing è un album delicato. Termine che potrebbe non essere un complimento. Ma è una delicatezza piena di luce, di idee e di brio. E anche la sobria malinconia di certi momenti è a suo modo vitale. I pezzi sono tutti brevi, soffi melodici che fuggono via in un attimo. Fa eccezione A Net Of Memories (London), non a caso posta a centro scaletta e che suona come un saluto più tenero che nostalgico alla Londra underground di 50 anni fa.
Dyble canta con la stessa voce limpida e tenue del periodo Fairport, appena un pochino scurita dal tempo. Lewis la circonda di una rete di suoni e rumori stranamente atemporale, oltreché difficile da inquadrare in un genere. Un po’ di folk, un po’ di psichedelia, un po’ di shoegaze, persino un po’ di – tranquilla – club culture. Ma a contare è soprattutto la qualità delle composizioni, in diversi casi davvero splendide. Il risultato è un’autorevole candidatura a miglior disco di belle maniere del 2017 insieme a Beast Epic di Iron & Wine.
Si potrebbe dire che Judy Dyble, a 68 anni, è entrata nella fase maggiore della sua carriera. Non è mai troppo tardi, come diceva un programma cult della RAI anni ’60.
(*) L’anno precedente la stessa cosa era accaduta ai Jefferson Airplane, nei quali Grace Slick aveva sostituito Signe Toly Anderson. Non a caso i primi Fairport Convention erano detti “i Jefferson Airplane inglesi”.
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