Nadine Shah - Holiday Destination | recensione1965 Records - 2017

Nadine Shah: una nuova new wave?

Nadine Shah - Holiday Destination | recensione
1965 Records – 2017

Esiste ancora una forma di espressione musicale che si possa definire, oramai in maniera antistorica, new wave?

Nadine Shah consegna ad una delle estati più, polisemicamente, calde, il suo terzo lavoro, dove l’orecchio del recensore coglie suggestioni da tempo in(a)udite.

Intendiamoci subito, per il sottoscritto la new wave ha rappresentato l’inaspettato sonoro, il non ortodosso, l’uovo di Pasqua, insomma. Quando in un brano ad un certo punto arriva quella nota, quell’intonazione o quello strumento utilizzato in maniera non convenzionale, ecco, allora son soddisfatto.

Nadine Shah e le sue ‘maestre’

In Holiday Destination di soddisfazione ne ho trovata parecchia, eccome. Nadine Shah è una, spero, inconsapevole erede di Polystirene e Lora Logic, delle Slits e delle Raincoats. E pure un po’ Siouxsie Sioux

Molta carne al fuoco? Anche di più. Holiday Destination,  a prescindere dalla sua forma sonora, è anche importante manifesto di espressione e di presa di posizione politica. Si tratta di un elemento sempre più assente nelle musiche di questo sofferto millennio e Nadine utilizza i testi come messaggio forte e soprattutto privo di parafrasi.

L’amara ironia di Holiday Destination

E’ la situazione attuale quella che viene descritta. Le destinazioni vacanziere sono, eufemisticamente, quelle raggiunte dalle popolazioni che sbarcano oramai ininterrottamente da mesi in condizioni tutt’altro che turistiche. Poi c’è la conseguente strumentalizzazione fatta allo scopo di distrarre il paese dai problemi reali, che già erano presenti prima. Ma la memoria collettiva, evidentemente, è labile…

Lo scenario sonoro è di una varietà sconcertante. Non un solo brano assomiglia all’altro e questo non è poco. Quando non sono paesaggi industrial sono ballate proto jazzy, quando non è vera e propria cadenza gotica è dissonante arzigogolo geometrico. Insomma c’è speranza che la febbre dell’oro ricominci e si riesca a ritrovare un entusiasmo che, per la mia generazione, sembra a tratti condannato alla reiterazione di ascolti proustiani del bel (?) tempo che fu.

Album interessantissimo, quindi ed una bella scoperta quindi, per il sottoscritto, che non conosceva l’autrice e che, d’ora in poi, la terrà d’orecchio.

NdR: Vale a questo punto la pena leggere le recensione dei primi due allbum di Nadine Shah pubblicate da Tomtomrock. Quella di Love Your Dum And Mad e soprattutto quella di Fast Food. Con certi artisti non esistono mezze misure… 

Nadine Shah - Holiday Destination
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Collaboratore per testate storiche (Rockerilla, Rumore, Blow Up) è detestato dai musicisti che recensisce e dai critici che non sono d'accordo con lui e che , invece, i musicisti adorano.

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