Prophets Of Rage supergruppo rap-rock.
Prophets Of Rage: anche il rap-rock ha il suo supergruppo. Sono tre fra Rage Against the Machine e Audioslave (Tim Commerford, Tom Morello, Brad Wilk), due Public Enemy (DJ Lord e Chuck D) e B-Real dei Cypress Hill. Curioso, visto che il genere appare morto e sepolto da tempo.
Nomi importanti uniti nella nuova band
Siamo insomma dinanzi a un’operazione-revival. D’altra parte, le tre band citate hanno dato il loro meglio nel passato. I blasoni maggiori spettano ovviamente ai Public Enemy, che a fine anni ’80 infiammavano come poche altre band, ma ormai sono passati oltre 25 anni. I Cypress Hill sono arrivati poco dopo al successo. Latinos della California, all’epoca suonava in modo assai diversi dai newyorkesi Public Enemy. I RATM hanno venduto una caterva di dischi con la formula funk-rap-metal che nel frattempo i Red Hot Chili Peppers avevano abbandonato. Poi tre di loro si sono uniti al compianto Chris Cornell e hanno fondato gli Audioslave.
Ma Prophets Of Rage delude le attese
Va detto subito che Prophets Of Rage non vale la somma delle parti. Il suono che interpretano deve più ai Rage Against the Machine che agli altri, e appare datatissimo. Gli slogan di cui è infarcito neppure aiutano più di tanto. Chuck D non era un grande rapper nemmeno all’epoca dei Public Enemy. Rakim lo era, tanto per citare un suo contemporaneo. Ma nei dischi migliori sprigionava una forza insieme agli altri che compensava ampiamente. Qui da solo, sulle basi pompate oltremodo dei Prophets Of Rage la forza si affievolisce e resta poco. Fa meglio B-Real, che però si sente di meno, con il suo tono inconfondibile.
Qualche brano si salva. Take Me Higher con l’intro epico-cow-boy e un discreto tono funk. Strength In Numbers perché dà spazio al rap serrato di B-Real. Living On The 110 piuttosto piacevole. Ma non è abbastanza per guadagnare la sufficienza. Di musica di protesta abbiamo ancora bisogno, ma così è inutile. Il rischio parodia è dietro l’angolo.
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