Maarten Devoldere/Warhaus al secondo disco.
Torna Maarten Devoldere con il progetto Warhaus dopo l’ottimo We Fucked A Flame Into Being dello scorso anno. Questa volta il disco porta il nome stesso della band, Warhaus, e sfrutta l’indubbio brillante momento compositivo di Devoldere. Che ha ormai il piglio di un autore pop classico, con melodie ultraraffinate, voce sensuale, arrangiamenti curati e ricchi, eppure mai ridondanti.
I momenti migliori di Warhaus
Mad World e Love’s Stranger, due dei momenti migliori di Warhaus, introducono il disco. Sono i singoli apripista, ma anche i due brani scelti come video. Soprattutto per la prima traccia, il richiamo al giovane Leonard Cohen è d’obbligo, e non è certo poco.
Con innegabile vena dark, ma senza esagerare, Devoldere spinge sui temi sensual-sentimentali già cari al grande canadese. Allo stesso livello Everybody, forse la canzone che rimane in testa prima delle altre. Bella anche l’incalzante Kreutsch.
Warhaus un disco completo
Tutte le dieci composizioni di Warhaus si mantengono comunque su un ottimo livello. Rispetto al disco precedente manca forse un pezzo all’altezza della splendida Bruxelles. E, secondo possibile difetto, questo Warhaus è ritmicamente un po’ monocorde. Come per i Balthazar nei quali inizialmente si è distinto, Devoldere privilegia le ballate o il midtempo. Qualche variazione in più sarebbe bene accetta. Magari per il futuro, che certamente ci sarà perché Warhaus ormai pare più che un semplice side-project. Ma ci si augura che, nonostante le fughe in più direzioni dei suoi membri e l’annunciato momento di riposo, i Balthazar siano ancora vivi, dato quanto di buono hanno prodotto negli scorsi anni.
Vale infine sottolineare, anche alla luce di altre recenti uscite, come la scena belga attuale sia ricca di proposte. Alcune arrivano fino qui, altre probabilmente non le vediamo. Ma il piglio internazionale con cui questi artisti sono in grado di imporsi dovrebbe dire qualcosa anche da noi.
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