Recensione: Warhaus - We Fucked a Flame Into BeingPIAS - 2016
PIAS - 2016
PIAS – 2016

Tomtomrock non ha mai nascosto la sua stima per i belgi Balthazar e il loro suono elegante e al tempo stesso corposo. Ora Maarten Devoldere, cantante e polistrumentista del quintetto, esordisce con un suo progetto parallelo a nome Warhaus e ancora una volta convince.

Eppure We Fucked A Flame Into Being è un disco che potrebbe infastidire per il suo coté troppo intellettuale. Il titolo sapientino-provocatorio è  tratto da una frase dell’Amante di Lady Chatterley di D.H. Lawrence (1).  Poi c’è la copertina in bianco e nero stile tabloid anni ’50 con  Devoldere e la cantante Sylvie Kresuch in versione star annoiate. E che dire, ancora, dei coretti uh-uh-uh di Memory, ripresi pari pari da Sympathy For The Devil dei Rolling Stones?

Warhaus: laconici, noir e sexy

In realtà la presunzione di colpevolezza snob decade al momento dell’ascolto. Oppure resta, ma invita al sorriso di compiacimento anziché al ghigno di fastidio (o d’invidia). Il lavoro è certamente ricco di citazioni e può essere considerato un omaggio ai maestri del noir suadente, della laconicità sonica per archi e fiati e del sexy con dissolvenza prima del momento culminante. Ecco dunque sfilare Leonard Cohen e Serge Gainsbourg così come i Tindersticks e il John Barry di 007. L’operazione è affine a quella dei Last Shadow Puppets o del Benjamin Biolay kitsch-chic di Palermo Hollywood. Oppure, per un referente più esoterico, si possono ricordare i Blow Monkeys del misconosciuto Limping For A Generation.

Molte citazioni ma anche sostanza

Tutto questo sfoggio di bei nomi risulterebbe inutile se non fosse supportata da una sostanza melodica che è la stessa dei Balthazar, qui vestita in modo diverso. Tutta la prima parte scorre piacevole come una serata con le persone e le bevande appropriate. Perfette in tal senso sono l’incalzante Against The Rich e la nostalgica Machinery. Poi la suadente tensione cala un po’, lasciando comunque un’impressione complessiva più che piacevole. Insomma la serata è finita bene e senza hangover.

Questa piacevolezza fa sorgere spontanea la solita triste domanda belpaesana. Perché belgi, islandesi, danesi e financo svizzeri si guadagnano attenzioni (per quanto di nicchia) internazionali e gli italiani mai? Forse perché in musica siamo i meno europeisti di tutti e ci interessiamo più a un certo giudice di X-Factor (persona come si deve, peraltro) che a un disco capolavoro quale Skeleton Tree di Nick Cave?

(1) In una menzione on line il titolo appare come We F****d A Flame Into Being, facendo pensare a un disco hip-hop. 

Warhaus - We Fucked a Flame Into Being | Recensione Album
7.8 Voto Redattore
8.7 Voto Utenti (3 voti)
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Nello scorso secolo e in parte di questo ha collaborato con Rockerilla, Musica!, XL e Mucchio Selvaggio. Ha tradotto per Giunti i testi di Nick Cave, Nick Drake, Tom Waits, U2 e altri. E' stato autore di monografie dedicate a Oasis, PJ Harvey e Cranberries e del volume "Folk inglese e musica celtica". In epoca più recente ha curato con John Vignola la riedizione in cd degli album di Rino Gaetano e ha scritto saggi su calcio e musica rock. E' presidente della giuria del Premio Piero Ciampi. Il resto se lo è dimenticato.

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