Years & Years - Palo Santo | RecensionePolydor - 2018

Tornano gli Years & Years con le loro ambizioni non troppo giustificate.

Tra malcelate mire di grandiosità e furbe atmosfere esoteriche gli Years & Years giungono al secondo appuntamento in studio. Il risultato è un disco che avrebbe tutte le carte in regola per essere un gioiello pop contemporaneo, ma nel complesso l’operazione risulta incompleta. O meglio gli accessori ci sono tutti, in particolare il frontman Olly Alexander che riesce benissimo nel ruolo di nuova icona queer. I testi di Palo Santo  indagano su temi che hanno a che fare col desiderio, col desiderio di purificazione e  con una società distopica  – chiamata Palo Santo come il legno sacro degli Inca – dominata da androidi stronzetti. Idee non nuove, ma comunque elaborate con un certo brio. Le musiche lasciano invece qualche perplessità, come d’altronde era stato per l’opera prima.

Communion: il debutto del 2013 degli Years & Years

L’esordio del trio londinese,  Communion, lo si ricorda quasi solo per i singoli King e Shine. Leggeri e svagati, i due brani raggiungono la vetta delle charts inglesi lasciando ben sperare per il futuro. Da allora sono passati cinque anni. Il lungo silenzio discografico ha soprattutto un motivo. Olly Alexander è infatti un apprezzato attore che ha lavorato con registi del calibro di Jane Campion e che negli ultimi anni è parso più interessato alla carriera cinematografica che a quella musicale.

Le canzoni di Palo Santo

Alla fine l’abbastanza attesa seconda prova è comunque arrivata. Palo Santo nulla aggiunge e nulla toglie a quanto la band aveva proposto a inizio carriera. Undici nuovi brani (14 nell’edizione deluxe) che si lasciano ascoltare senza fatica  e che, al tempo stesso, si possono ballare piacevolmente. Tutto qui. E’ come se Olly e compagni si fossero accontentati di belle forme trendy-cupe (v. anche il cortometraggio che accompagna il disco dove, curiosamente,  il linguaggio dei PC è l’italiano…) senza neppure riuscire ad azzeccare il pezzone che li renda riconoscibili per almeno cinque minuti.

Ci sono episodi costruiti ad hoc per la pista da ballo come Sanctify (primo singolo), e, soprattutto, Hallelujah, che possono contare su una dimensione roboante e vagamente decadente. Stupisce invece in negativo il secondo singolo,  If You’re Over Me, simpatica a tratti ma nell’insieme inconsistente. Una scelta inspiegabile. Volendo salvare l’operazione consigliamo l’ascolto della title-track e di Up In Flames, giusto per capire che volendo i ragazzi potrebbero prima o poi stupirci sul serio.

Years & Years - Palo Santo
6,5 Voto Redattore

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Ha suonato con band punk italiane ma il suo cuore batte per il pop, l’elettronica, la dance. Idolo dichiarato: David Byrne. Fra le nuove leve vince St. Vincent.

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