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Red Hot Chili Peppers  in compagnia di Danger Mouse per The Getaway.

A parte il decennio degli esordi, i Red Hot Chili Peppers non sono mai stati una band particolarmente prolifica; negli anni ’90 hanno fatto uscire tre dischi e negli anni ’00 solo quattro. Troppe perdite, lunghe pause ai limiti dello scioglimento, probabilmente quella stanchezza che coglie spesso quando non si è più nel fiore degli anni e molti nuovi suoni ti superano da tutte le parti. All’inizio dell’anno i RHCP hanno dichiarato di aver chiesto tante volte a Bowie e Eno di produrre un loro disco, ricevendo rifiuti; magari cercando un’alternativa a Rick Rubin che li accompagnava dal 1989. Per quest’ultima uscita, The Getaway, hanno invece optato per Danger Mouse (e Nigel Godrich al mix) che arricchisce il suono del quartetto con qualche orchestrazione ma pochi orpelli, sostanzialmente non ne cambia la formula, e probabilmente è giusto così: da improbabili ribelli californiani i RHCP sono diventati nel corso dei decenni una delle espressioni del rock mainstream americano. Non è un insulto, ma solo la constatazione che da Blood Sugar Sex Magik, il loro album della consacrazione nonché il migliore, sono passati ormai venticinque lunghi anni.

Radio rock, ma piacevole

The Getaway non è quindi un disco di novità, ma propone una buona sintesi del suono dei Red Hot Chili Peppers; il basso di Flea sempre riconoscibilissimo (per esempio nel singolo Dark Necessities) come la voce di Kiedis, non uno dei migliori cantanti sul pianeta, ma con un suo stile ritmico ben definito; John Klighoffer sostituisce bene Frusciante, avendo suonato per un pezzo dal vivo quando la formazione era ancora quella storica. Le quattordici tracce sono tutte di buon livello, con alcune particolarmente ben costruite: Goodbye Angels, in crescendo, è davvero notevole; Detroit ha energia così come la successiva This Ticonderoga; Encore, con begli arrangiamenti e un’atmosfera malinconica, è uno dei brani migliori. Rock mainstream, si è detto, di quello che se accendi la radio in auto saresti molto contento di ascoltare; e che dal vivo farà la sua figura. Non è poco, dopo oltre trent’anni di carriera.

7,3/10

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Mi piace la musica senza confini di genere e ha sempre fatto parte della mia vita. La foto del profilo dice da dove sono partita e le origini non si dimenticano; oggi ascolto molto hip-hop e sono curiosa verso tutte le nuove tendenze. Condividere gli ascolti con gli altri è fondamentale: per questo ho fondato TomTomRock.

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