di Marina Montesano
Diciamolo subito: William Leonard Roberts II non è tra i rappers più simpatici. Grande, grosso, con il vocione, prende il nome d’arte, Rick Ross, da un noto re della droga (Ricky Ross), ma ha un passato da secondino, peraltro negato e poi confermato con effetti patetici. I suoi anni recenti non sono stati fra i più felici: vittima di problemi di salute e di un drive-by per farlo fuori insieme con la fidanzata, sebbene senza esiti, scaricato dalla Reebok per via di testi poco edificanti. Eppure, il suo nuovo disco, Mastermind, soprende per la vitalità. E’ un disco denso di citazioni, nei testi quanto nella musica che in brani come Nobody e Mafia Music III rinvia a un tempo in cui beats by Dre non era solo il nome di un paio di cuffie; dalla West Coast di Dr Dre e Tupac alla East Coast di Notorious BIG, i modelli di Mastermind sono i classici. Rick Ross, che non potrebbe sostenere un intero LP da solo, è aiutato da una schiera imponente di ospiti: e se per In Vein con The Weeknd il featuring sembra quello di Rick Ross, altrove Jay-Z, Lil Wayne, Meek Mill, Kanye West, Big Sean ecc. gli forniscono il supporto di cui ha bisogno. E alla fine il risultato è un disco di sedici canzoni che non annoia un attimo.
8/10
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Rick Ross – Nobody
