robin williamson trusting

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di Antonio Vivaldi

All’età di 72 anni – “nell’ottobre della mia vita” – e con cinque lustri di carriera alle spalle, Robin Williamson va piano ma parecchio sano. Ovvero incide con parsimonia, curando ogni nota e rifiutando di essere “la cover band di me stesso”. Trusting In The Rising Light è il suo quarto titolo per la ECM e arriva otto anni dopo The Iron Stone. Dire che si tratta di un lavoro da ascolto attento dà subito un’idea punitiva, specie  a causa della testa multitasking che ormai quasi tutti ci ritroviamo; se poi aggiungiamo che Williamson canta accompagnandosi con arpa, chitarra o hardingfele (il violino norvegese) già si immagina il fuggi fuggi generale, magari guidato dal paio di tonti che hanno capito ‘Robbie Williams’. I pochi che resteranno saranno ben felici di perdersi in una dimensione sonora austera e accogliente, malinconica e serena, saggia e visionaria e di meravigliarsi per la maestria del cantar-declamato di Williamson (il flow di Night Comes Quick In LA crea persino i presupposti per un improbabile hip-hop bardico) e per gli splendidi paesaggi naturali che sa evocare in modo quasi magico.
Se poi aggiungiamo che le due composizioni più simili a canzoni verie e proprie (Roads e Your Kisses) sono fra le più belle in assoluto scritte dall’ex Incredible String Band, si ottiene un disco esemplare anche se per ‘happy few’. Per fortuna, il Capo Bardo Onorario dell’Ordine dei Bardi, Ovati e Druidi non si cura troppo di questioni effimere come il successo.

8/10

 

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Robin Williamson – Roads & Alive Today

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