Rover-Roverep

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Rover: un disco d’esordio e un artista sorprendenti.

Timothée Régnier è un artista francese dal fisico colossale, cresciuto a New York, passato da Beirut, ma che ha esordito nel paese natale nei primi mesi di quest’anno con il nome d’arte di Rover e un bellissimo disco omonimo. Multistrumentista, canta in inglese, fortunatamente senza accento francese, e suona un rock classico che non per questo suona vecchio. Il Bowie degli anni ’70 è certamente un modello, ma è facile sentire altri echi e riferimenti nella sua musica, sempre riferiti al medesimo decennio. Ciò che la innalza ampiamente al di sopra della media è la qualità delle composizioni: Aqualast, Remember, Tonight sono veramente una terna d’apertura da brividi.

 

Senza contare il contributo della voce, che anche dal vivo non perde né in potenza né in intensità. Sale e scende fra tonalità diverse, interpreta con passione e qualità davvero rare. In Francia è già un culto, ma in tempi post Schengen bisognerebbe che riuscisse a oltrepassasse agevolmente i confini per essere apprezzato anche da noi. E perché no in Inghilterra, con questo Rover che si propone come una sorpresa assai gradita nella scena internazionale. Vedremo cosa succederà, sia per il successo sia per il futuro dell’artista, ma per il momento godiamoci questo disco da esordiente già maturo.

8,2/10

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Mi piace la musica senza confini di genere e ha sempre fatto parte della mia vita. La foto del profilo dice da dove sono partita e le origini non si dimenticano; oggi ascolto molto hip-hop e sono curiosa verso tutte le nuove tendenze. Condividere gli ascolti con gli altri è fondamentale: per questo ho fondato TomTomRock.

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