Royal Blood

Royal Blood

Un nuovo duo fra hard rock e contemporaneità: i Royal Blood.

Le formazioni a due, al tempo dei White Stripes una curiosità, stanno conoscendo un successo inatteso. Dall’Inghilterra, dopo i Drenge, ecco arrivare i Royal Blood, ossia Mike Kerr e Ben Thatcher; che tuttavia hanno, rispetto ai molti predecessori, almeno una peculiarità: invece della consueta chitarra ad accompagnare la batteria, qui troviamo il basso, che grazie a effetti e alla tecnica di Kerr, suona un po’ come entrambi gli strumenti. A parte questa peculiarità, a colpire dell’esordio Royal Blood è la qualità compositiva, senza cedimenti nel corso dei dieci brani inclusi nella raccolta. Basici come ci si può attendere, ma che piaceranno a chi ha amato le formazioni prima nominate e che vede il rock latitare.

Il futuro dei Royal Blood

Gli ingredienti sono un potente blues-rock, il grunge, ma anche una singolare e inaspettata somiglianza (Out Of The Black, Ten Tonne Skeleton) con i primi Muse, quelli di Showbiz, per intenderci. E’ questo probabilmente a lasciar intravedere per il due un futuro interessante, nel senso che nonostante la formazione così basica, la loro musica non sembra facilmente inquadrabile in un unico settore. Ma inutile pensarci adesso; per il 2014 basta poter annunciare la nascita di una ottima band e l’uscita di un disco rimarchevole.

7,7/10

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Mi piace la musica senza confini di genere e ha sempre fatto parte della mia vita. La foto del profilo dice da dove sono partita e le origini non si dimenticano; oggi ascolto molto hip-hop e sono curiosa verso tutte le nuove tendenze. Condividere gli ascolti con gli altri è fondamentale: per questo ho fondato TomTomRock.

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