The-Gaslight-Anthem-Get-Hurt

The-Gaslight-Anthem-Get-Hurt

di Mattia Meirana

Fino ad American Slang, il loro terzo disco, i Gaslight Anthem erano riusciti a produrre musica che suonava autentica e piacevole nonostante prendesse in prestito, piuttosto sfacciatamente, sonorità note del punk e del rock del New Jersey. Erano un gran divertimento, sia in studio che dal vivo, e quell’immaginario tra spiagge la notte e giri in macchina era perfetto per affrontare le estati in cui, regolarmente, i loro album uscivano. Tre dischi di idee riciclate e migliorate vanno bene, ma dopo o si va avanti o si inizia a stagnare, e purtroppo Hadwritten, del 2012, e questo Get Hurt sono solo il sintomo della condizione di ridicola autocelebrazione e apatia musicale in cui i Gaslight Anthem sono finiti, o hanno deciso di finire. Se Handwritten era solo un disco inutile che suonava tutto uguale, questo è addirittura peggio: dove non suona uguale, suona male, e dove non suona male si limita a prendere gli inni da spiaggia del 2007 e riproporli nella stessa salsa di cui nessuno ha più bisogno. La ricerca musicale finisce nel momento in cui Brian Fallon apre bocca e iniziare a cantare come un principiante sopra un tappeto di chitarre distorte senza alcuna direzione, forse cercando di essere più grezzo, ma finendo solo per essere inascoltabile. Dispiace vedere una band molto valida finire così, nell’inutilità, e dispiace rendersi conto di  come, ormai, che ci siano o non ci siano i Gaslight Anthem non fa più alcuna differenza.

4/10

 

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The Gaslight Anthem – Get Hurt

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