di Francesca Bassani
Ci sono band che in potenza potrebbero stare nell’Olimpo dei tuoi eroi giovanili (e non solo), ma che in realtà non ti hanno mai convinto fino in fondo.
I Libertines rientrano pienamente in questa categoria.
Ascoltare il loro ultimo album, Anthems For Doomed Youth, mi aiuta a ricordarne un po’ il motivo.
Chitarrine british, voce “stonata” di chi è andato a dormire un po’ stropicciato e si risveglia fumandosi una sigaretta per colazione, prima ancora di prendere un caffè (trattandosi di Peter Doherty fra l’altro è il minimo che potrebbe capitare); tutto questo è stancante prima ancora che noioso. Qualche eco sbiadita che riporta ai primi Clash, sonorità da brit pop anni Novanta, coretti un po’ retrò.
I brani scorrono uno dietro l’altro senza destare particolare interesse. È solo Glasgow Coma Scale Blues a incuriosirmi già dalle prime note, visto che mi ricorda immediatamente la bellissima Swamp Song dei Blur. Non è male, magari poco originale. Ma dopo una cinquantina di secondi, scade nella banalità. Anche Barbarians sulle prime incuriosisce, ma non coinvolge.
L’album comunque scorre e probabilmente si merita qualche ascolto in più. Ascolto che, però, non sono certa di volergli dare entro breve.
5,5/10
httpv://www.youtube.com/watch?v=LEf27xuYcw4
Gunga Din