di Marina Montesano
Il singolo degli esordienti Woman’s Hour, Her Ghost, circola già da qualche mese: canzone d’atmosfera, con synths e percussioni elettroniche, è uno dei brani migliori di Conversations, un disco che non delude ma nemmeno convince appieno. Il pop sognante della band, la voce gentile della cantante, a volte richiamano gli XX, per esempio come in Devotion, ma certo con una produzione meno brillante e senza gli scatti ritmici forniti da Jamie XX. Il risultato è che molte canzoni funzionano singolarmente: l’iniziale Unbroken Sequence, la conclusiva The Day That Needs Defending e nel mezzo To The End e Darkest Place, oltre a quelle già nominate. L’insieme delle undici tracce, invece, soffre di cali di tensione forti e rischia di annoiare. Insomma promossi, ma per la prossima prova sarà necessario trovare qualche spunto in più.
6.7/10
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Woman’s Hour – Her Ghost