Alla fine di novembre 2018 Nero Kane ha pubblicato Love In A Dying World, un disco che abbiamo scoperto in ritardo e che non ci lascia indifferenti. Abbiamo deciso di parlarne con l’autore.
Marco Mezzadri, in arte Nero Kane. Perché questo moniker?
Il moniker è nato in primis per vezzo ma come nome d’arte ha acquisito il suo pieno utilizzo solo ultimamente con l’album Love In A Dying World. La scelta di questo moniker è stata naturale ed è più che altro legata al tipo di musica che faccio: scura, esterofila e cantata in inglese. E per questo rivolta ad un panorama più internazionale che strettamente italiano.
Quali sono state le tue esperienze musicali precedenti?
Ho avuto due progetti legati a diverse pubblicazioni, prima in veste di cantante e bassista con la band garage-rock The Doggs / Nero & The Doggs (di cui sono stato anche il fondatore) e poi di cantante-chitarrista col mio primo progetto solista NERO.
Love In A Dying World è stato registrato a Los Angeles, qualcosa che non capita spesso ai musicisti italiani. Perché questa scelta e quali sono le tue considerazioni sull’esperienza vissuta?
La scelta è stata fatta dopo che il musicista e produttore Joe Cardamone, leader della band The Icarus Line, mi contattò proponendomi di fare un disco. Aveva ascoltato del materiale tratto dal mio ultimo album Lust Soul uscito nel 2016. Io conoscevo e stimavo Joe per i suoi lavori con la band che ho citato prima, da lì il passo è stato breve e abbiamo deciso di collaborare. L’esperienza è stata enorme, a tratti non semplice ma sicuramente mi ha fatto crescere molto come persona e anche come musicista. Più passa il tempo è più capisco il valore e l’importanza di quello che ho fatto, un’opportunità che sicuramente non capita a molti.
Un momento/scena di Los Angeles che non ti abbandona…
I tramonti sulle colline di West Hollywood e sull’Oceano. Momenti che riempiono l’anima.
Love In A Dying World è un disco minimalista: pochi tocchi di chitarra e la voce. Sei l’unico strumentista o hai avuto dei collaboratori?
Tutto il disco è stato registrato completamente da me e Joe Cardamone.
Leggendo il titolo I Put A Spell On You ci si attende una cover, ed è invece una tua composizione. Come mai questa scelta?
I Put A Spell On You è un brano che ho scritto in una manciata di minuti. Musica e testo sono venuti assieme. Il titolo è perfettamente in linea con il testo, anzi lo racchiude, quindi non ho sentito la necessità di doverlo modificare. Inoltre al momento non ho nemmeno pensato al brano originale. Il titolo è forte, è legato al blues, e questo basta per poter essere buono anche per il mio immaginario.
Il disco ha un coté visuale importante: ce ne vuoi parlare?
Al disco è stato affiancato un film sperimentale, un mediometraggio di 45 minuti, girato dall’artista Samantha Stella nei deserti della California. Il film è la rappresentazione visuale del disco e, pur essendo nato dopo la registrazione dei brani, è diventato parte integrante del progetto musicale. I video che sono stati scelti come singoli per lanciare l’album sono infatti capitoli tratti dal film.
La musica di Love In A Dying World è evocativa; come mostrano i video, è facile ambientarla in uno scenario americano, anche se l’asciuttezza delle composizioni riporta all’Europa. Ti senti sospeso fra due mondi, o per te la differenza non esiste?
Sono sicuramente diviso tra questi due mondi. Lo scenario/immaginario americano da sempre fa parte delle mie visioni ed è profondamente legato ai miei ascolti. Ma le mie radici europee portano con sé anche questa parte più cupa, se vogliamo dark, creando così un connubio che in molti hanno definito come gothic western / psych folk e che credo possa definire bene il mio mondo musicale e visuale. In questo mi sento perfettamente diviso, ma allo stesso modo bilanciato, tra America ed Europa.
Come intendi promuovere Love In A Dying World? Ci sono date in previsione?
L’album è già stato promosso da diverse date sia in Italia e all’estero, passando da contesti più prettamente musicali ad ambienti più artistici come teatri, musei e gallerie d’arte. Il progetto Love In A Dying World si sta quindi sviluppando su due fronti: quello strettamente musicale e quello più artistico legato alla presentazione del film. Quest’ultimo è stato presentato in forma parziale all’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles, e in forma completa in diversi musei e spazi galleristici italiani, inclusi Museo Marca Catanzaro, Museo Macro Asilo Roma, Museo Internazionale e Biblioteca della Musica Bologna. Spesso però i due fronti coincidono portandomi così a suonare in ambienti particolari. Ad esempio l’ultimo concerto/presentazione è stato fatto allo spazio CARME di Brescia che si trova in una magnifica chiesa sconsacrata. Il 21 Febbraio il film sarà in presentazione al Teatro Renzo Casali – Fabbrica Dell’Esperienza di Milano, dove ci sarà anche un live in acustico. A seguire il 26 Aprile sarò in concerto al Klang di Roma, ma il calendario degli eventi è in continuo aggiornamento. Tutte le informazioni sui prossimi appuntamenti le potete trovare sui miei canali social:
www.facebook.com/nerokanemusic