Il 2019 del rap al femminile.
In un periodo nel quale l’hip-hop sembra essere diventato uno dei linguaggi di espressione musicale più diffusi, cresce evidentemente anche il ruolo delle donne. Tradizionalmente, il rap è stato considerato un genere maschile se non addirittura machista. Come andiamo ripetendo ormai da molto tempo a questa parte sulle pagine di TomTomRock, le cose sono ormai profondamente cambiate. Sul versante femminile avviene lo stesso: così non solo abbiamo dischi hip-hop interessanti realizzati da donne, ma queste donne vanno anche contro gli schemi consueti.
Il ritorno di Missy Elliott
Peccato che il ritorno di una fra le prime donne ad aver scompaginato le carte, Missy Elliott, sia stato deludente. Iconology è solo un EP, e sembra quasi un tentativo per testare il terreno a tanti anni dai grandi successi; però non aggiunge e non rinnova quanto fatto alla svolta del millennio, con alcune canzoni tutto sommato anonime.
Il rap al femminile eccelle con Rapsody
Volgiamoci allora alle novità. Una fra le più interessanti è venuta dalla versatile Little Simz, della quale abbiamo parlato. Un’altra dall’ottima Rapsody con il suo Eve, un disco dedicato a diverse figure femminili nel mondo afroamericano: da Serena Williams a Michelle Obama, da Oprah Winfrey ad Aaliyah. Il disco si serve di samples molto vari forniti in larga parte da Eric G e 9th Wonder: si trova così Nina Simone accanto a Phil Collins, con un risultato a tratti spiazzanti, ma nel complesso ottimo. Se c’è un difetto in Eve sta in alcune scelte musicali che fanno somigliare i pezzi a un mixtape.
Un esempio è Ibtihaj (dedicato alla schermitrice) che vede Rapsody rappare in compagnia di D’Angelo e GZA sulla base di Liquid Swords (originariamente dello stesso GZA): niente male, ma non può che far venire voglia di tornare all’originale che resta intoccabile. Altrove invece le basi servono meglio l’abilità di Rapsody, come nell’eccellente Serena (dove si sfrutta in modo sorprendente l’altrimenti stupidissima I Wanna Rock di Luke) o in Cleo. Un maggiore coraggio nella scelta delle basi avrebbe aiutato il disco ad andare verso l’eccellenza, ma se fosse solo per l’abilità di rapper, Rapsody finirebbe nelle posizioni più alte perché davvero non è seconda a nessuno. Nell’insieme comunque un ottimo disco.
Herstory in the Making, dove il rap al femminile prende una piega insolita
Così come Eve è dedicato alle donne afroamericane, anche Herstory in the Making di Young M.A. fa lo stesso, sebbene in modo diverso.
Vestita con i colori dei blood e autrice di un rap/trap piuttosto tradizionale, inverte però ogni cliché parlando della sua omosessualità in un contesto gangsta. Herstory avrebbe potuto avere una produzione migliore, perché alla fine non si solleva troppo dagli standard del genere, ma il personaggio è interessante e speriamo possa dare ancora molto.
Dall’Australia arriva Sampa the Great
Chiudiamo questa breve rassegna uscendo dai confini consueti di UK e USA per approdare in Australia dove Sampa the Great si è fatta notare in una scena hip-hop in crescita. The Return è il suo primo album ufficiale. In esso Sampa Tembo mescola il rap con le radici africane, in particolare dello Zambia da cui proviene. Come le altre donne delle quali abbiamo parlato, anche a Sampa the Great non manca il talento, per quanto questo disco sia concepito per piacere a un pubblico più ampio, con tratti di r’n’b un po’ facile. Alcune prove precedenti (come quella al Colors Show), sia pure sporadiche, avevano convinto di più e speriamo che possa tornare a un’ispirazione meno mediata dalle attese dell’industria.
Forse nell’insieme il 2019 non è stato l’anno della svolta assoluta per il rap al femminile, ma le novità ci sono e altre arriveranno. Appuntamento al 2020?