Sanremo 2025, il Festival della Restaurazione

Il Festival di Sanremo come patologia.

Iniziamo con un coming out: sono affetto da una grave patologia congenita che mi   costringe a vedere il Festival di Sanremo per intero serata dopo serata. Ho cercato di smettere con scarsi risultati. Tutti gli anni esco devastato da questa esperienza, ma tant’è non riesco a esimermi. La mia preparazione per quanto riguarda la musica italiana contemporanea è decisamente scarsa per esprimere un’opinione realmente strutturata, per cui mi scuso in anticipo per la mancanza di strumenti adeguati.

Spoiler alert

E veniamo al 75esimo festival della canzone italiana in corso in questi giorni. Stasera ci sarà la finale e verrà decretata la vittoria di Simone Cristicchi tra le lacrime della platea accuratamente inquadrata per l’occasione. Torneremo sull’argomento per raccontare di questa vittoria sulla quale mi assumo tutte le responsabilità per l’annuncio anticipato. Ora “Sanremo è Sanremo”, care e cari Tomtomrockers, quindi abbassiamo il livello e adeguiamoci al target di un ambito musicale che non è il nostro, e neanche il mio nonostante la mia passione per il pop. Quest’anno è accaduto qualcosa che ha abbassato ulteriormente il livello dello spettacolo in tutte le sue forme.

La conduzione del Festival di Sanremo  2025 CE

Ci lamentavamo di Amadeus, non ne potevamo più delle gag da caserma col compagno di merende (Fiorello), dei suoi vestiti da eccentrico croupier e delle notti in bianco a causa di una conduzione che metteva alla prova anche i videodipendenti più insonni. Bene, quest’anno abbiamo Carlo Conti, personaggio RAI molto amato e onnipresente soprattutto dopo il passaggio, fallimentare, di Ama alla 9. Carlo Conti, di nero vestito, abbronzatissimo tutto l’anno è il personaggio ideale per un ritorno al Sanremo delle origini, probabilmente voluto dal nuovo corso della RAI. Quindi un Sanremo normopatico, nessun colpo di scena nessun elemento di rottura, neanche una rissa o almeno una gaffe. Tutto liscio come l’olio, perfetto e quindi di una noia mortale. Perché a Sanremo le canzoni non bastano, ci vuole lo scandalo, un inciampo, un disperato che sale sul palco per qualche causa fosse anche il ripristino della sagra della castagna a Monte Castello. Niente, tutto funziona alla perfezione e gli ascolti premiano il Sanremo della restaurazione.

I protagonisti

E noi? A noi dipendenti da Festival cosa resta? Di cosa parliamo? Vogliamo menzionare l’unica parolaccia presente nei testi? Udite udite! Chi ha avuto il coraggio di dire “stronza” è… Marcella Bella! Che alle soglie dei 72 anni si presenta sul palco dell’Ariston con un brano orrendo, dance, rivendicando l’intraprendenza di una donna “forte, stronza, ma sorprendente” accompagnata da quattro ballerine di Ramacca arrivate in pullman con Malgioglio (sì, tra i co-conduttori c’è anche la Malgy, ma glissiamo). Aspettavo con ansia Tony Effe, rapper/trapper a me sconosciuto fino alla polemica sul concerto di capodanno a Roma che me lo ha reso naturalmente simpatico. Aspettavo Tony Effe pensando di trovare sul palco una sorta di mostro di Milwaukee e invece mi arriva un succedaneo di Califano ripulito per l’occasione, con un brano già dimenticato. Sempre quello che doveva essere “l’elemento disturbante” (Tony Effe) nella serata delle cover si esibisce con Noemi, una di quelle cantanti che si materializzano solo a Sanremo e poi non si sa cosa facciano. Sembrano Al Bano e Romina con Tony nei panni di Romina perché, diciamolo, la voce è quella che è… A Sanremo c’è Fedez e il suo brano Battito alla fine ha un che di originale almeno nel testo. La lunga lista di principi attivi di psicofarmaci, declamata rappando, ha un che di inquietante e per quest’anno è “tanta roba”. Lasciamo perdere la lunga lista di cantanti giovani, supergnocche che si chiamano tutte Gaia, Clara, Chiara, Mara (fa eccezione una brava e sconosciuta Joan Thiele, da riascoltare)  una volta si chiamavano tutte Marisa, Arisa, Elisa, Annalisa, destinate a finire su Onlyfans a breve.

Il duettone

Però Annalisa (hovistoleichebacialuichebacialeichebaciame…) c’è ancora! E vince con Giorgia la serata delle cover con Skyfall. Due parole sul duetto in questione: Giorgia si sa “ha una voce strepitosa, ma le mancano canzoni memorabili” (così dicono gli esperti) e Annalisa riesce a tenerle testa in un’interpretazione magniloquente. Sembra di assistere a una gara di canto dove si ostentano virtuosismi, ma manca una sorta di fusione tra le due. Vittoria meritata visto il parterre. Però, sempre nella serata delle cover, Gabbani e uno stralunato Tricarico con Io sono Francesco sono “carini”. Spicca anche Brunori Sas, in coppia con Dimartino e Sinigallia, con L’Anno Che Verrà: un onesto omaggio a Dalla da parte di una delle poche “eccellenze” di quest’anno. Archiviamo la digressione sulla serata delle cover appena conclusa e torniamo alla gara.

Messe da parte le cover torniamo al Festival di Sanremo “vero”

Dicevo pochi momenti degni di nota e nessuna scossa. In ordine sparso alcune considerazioni. Elodie! Confesso ho un debole, però Elodie che canta vestita non si può guardare! E poi Elodie che dichiara “volevano fare di me una Mia Martini a 25 anni”. Amore mio dormi tranquilla che non corri rischi. Francesco Gabbani che nel Sanremo 2017 ha vinto con Occidentali’s Karma, con citazione di Desmond Morris e scimmia che ballava sul palco, era divertente. Quest’anno, forse, ha deciso di essere il nuovo Modugno, braccia allargate esageratamente ma… anche meno e il pezzo non ha senso. I Coma_Cose: ecco da loro mi aspettavo di meglio visto il curriculum. Ma, si sa, bisogna pagare il mutuo e quindi con Cuoricini (si la canzone si chiama proprio così) si trasformano nei Ricchi e Poveri 2.0. Poco da dire su Giorgia, vedi sopra, però davvero le serve un AUTORE, un qualcuno che le scriva “la” canzone per cui una delle voci migliori del momento possa essere ricordata. In ogni caso sarà sul podio legittimamente.

Contro le mamme al Festival di Sanremo

E ora veniamo al merito. L’unico pregio da attribuire al Carlo nazionale nel Sanremo 2025 è quello di aver portato all’Ariston due/tre brani di quelli che si possono definire di “musica d’autore”, una volta si chiamavano cantautori. In questo grande niente spiccano Brunori Sas e Lucio Corsi, due personaggi provenienti dall’ambito indie italiano e che, stranamente piacciono anche a pubblico e stampa di questa edizione. La speranza è quella di vederli piazzati bene nella classifica finale. Posso comunque dire che Lucio Corsi con cerone bianco in faccia fa un po’ Renato Zero degli esordi senza la carica eversiva di Renatone (che ora, pare, in odore di santità). E veniamo al vincitore. Simone Cristicchi vince Sanremo 2025. Lo dico con ampio anticipo rispetto al verdetto. Perché? Perché Simone Cristicchi ha un brano, Quando Sarai Piccola, che definire paraculo è un eufemismo. Un figlio che assiste la madre malata di Alzhaimer, il tutto con un testo gonfio di retorica e luoghi comuni su un tema troppo delicato e privato per essere presentato con tanta presunzione e sfacciataggine.

Cristicchi, che vuole vincere facile, tratta il tema in maniera poetica e spirituale diventando immediatamente l’idolo dei Provita e gruppi simili. Guardando poi il pedigree del trionfatore di Sanremo 2025 si scoprono altri dettagli che lo rendono il nuovo Povia e niente di più. Caro Cristicchi a noi fa piacere se la tua, eventuale, esperienza con la mamma malata sia stata così poetica, senz’altro non sei il solo, ma ricordati che per altri/e è stato un inferno e la canterebbero diversamente. E poi basta con le mamme a Sanremo! E’ dai tempi in cui “mamma solo per te la mia canzone vola” che ogni tanto arriva qualcuno a frantumarci i maroni con la mamma e vince il festival. Un appello: se vietassimo da regolamento le canzoni sulle mamme a Sanremo? Tutto il resto? E’ noia, per rimanere in tema. Questa è la mia personalissima cronaca di Sanremo 2025. Incrocio le dita sperando di sbagliare il nome del vincitore.

E il giorno dopo… Italia senza cuore

Contrordine! Non ci sono più le mamme di una volta e, fortunatamente, non basta la mamma con l’Alzheimer per vincere Sanremo. Le mamme vincenti oggi sono imprenditrici che sanno dove mettere le mani. La produttrice di Olly (per me un illustre sconosciuto già dimenticato in corso di esibizione) è Marta Donà, nipote di Adriano Celentano e Claudia Mori, che non sbaglia un colpo e porta alla vittoria del festival i membri della sua scuderia dai tempi dei Maneskin. Alla fine il podio non è male. Olly a parte abbiamo un buon secondo posto per Lucio Corsi e Brunori Sas medaglia di bronzo. Bene Fedez meritatamente quarto e chiude la top five il nostro temuto  Cristicchi. Quindi, felice di essermi sbagliato, poteva andare peggio… alla prossima!

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Ha suonato con band punk italiane ma il suo cuore batte per il pop, l’elettronica, la dance. Idolo dichiarato: David Byrne. Fra le nuove leve vince St. Vincent.

Un pensiero su “Articolo: Sanremo 2025, il Festival della Restaurazione”
  1. Ciao Mauro! Bell’articolo che, per uno come me che non segue Sanremo, è un “bignamino” il tuo riassunto. Come dico sempre in Italia non si può non sapere nulla su Sanremo, come quando si dice che in Italia non si può non essere cattolici 😊 comunque la battuta sul “normopatico” è bellissima, segue subito dopo quella su “finiranno su onlyfans”. Grazie delle informazioni, dei tuoi commenti e delle…….risate

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