Antonello Cresti cura il volume Juri Camisasca – La Risposta è nel Silenzio.
La vita stessa e l’attività artistica di Juri Camisasca si svolgono all’insegna della ricerca e dell’inquietudine, un viaggio che continua tutt’ora per raggiungere «la consapevolezza di appartenere a un’immane grandezza che è la Vita». La meditazione, la preghiera, la vita monastica, la scelta dell’eremitaggio, la musica tutto è vissuto come un mezzo per raggiungere l’esperienza della trascendenza, per apprezzare e accettare la bellezza della vita nella sua straordinaria varietà.
La lettura di La Risposta è nel Silenzio (Edizioni La Vela), libro-intervista curato da Antonello Cresti, che al musicista lombardo ha già dedicato un bel documentario diretto due anni fa da Francesco Paolo Paladino, offre l’opportunità di seguire il racconto del cammino umano, artistico e spirituale intrapreso da Camisasca che si offre senza infingimenti, ipocrisie, ma con grande sincerità, anche a costo di creare momenti di sconcerto nel lettore, mi riferisco per esempio al modo in cui racconta le emozioni provate da bambino di fronte alla morte dei suoi genitori.
La personalità di Juri Camisasca sospesa fra mondi differenti
È d’altra parte di grande interesse seguire un itinerario biografico che si svolge al di fuori della razionalità e dei valori della società borghese, il disinteresse per il successo, per le cose materiali e mondane («il senso del possesso per me è una schiavitù»), la ricerca di un sistema di valori che parta innanzitutto dalla conoscenza profonda di sé, ricerca fatta però in assoluta libertà, senza dogmi o verità assolute da sbandierare, offre anche al più materialista dei lettori l’opportunità di riflettere su di sé e sul mistero dell’esistenza. Non ci troviamo infatti davanti a una personalità dogmatica, ma al contrario Camisasca si dimostra uomo libero e aperto, le sue riflessioni sono il frutto di una ricerca continua, il suo spiritualismo è sincretico, in lui i grandi mistici cristiani, Santa Teresa d’Avila, San Giovanni della Croce, convivono con i buddhisti Osho e Aurobindo, con i maestri zen e con Carlos Castaneda.
Una ricerca spirituale
Fuoriuscire dalla schiavitù della materia, che non vuol dire rinunciare al mondo, ma anzi viverlo con pienezza e in libertà, è la via per raggiungere attraverso il suono il silenzio, perché «il suono puro è una frequenza che deve condurre alla conoscenza di te stesso». Impossibile definire razionalmente il silenzio, anzi esso arriva quando smetti di porti domande, «il mistero è tale che ti accorgi che non potrai mai capirlo razionalmente… la vita va vissuta nella sua pienezza, va goduta nel senso puro del termine». È nel solco di questo cammino che va compresa la straordinaria musica di Camisasca, la quale si configura come una ricerca spirituale della bellezza e della libertà attraverso il suono.
La collaborazione con Franco Battiato
Nel libro si ripercorrono le varie tappe della carriera musicale del Nostro fin dal suo straordinario esordio con La Finestra Dentro fino al più recente Spirituality, passando per l’importanza che ha avuto per lui l’amicizia, nata durante il servizio militare, con Franco Battiato, un legame fondamentale sia per la sua attività di musicista, sia, e forse soprattutto, per la sua vita, è stato il musicista catanese a produrgli il primo disco, a volerlo con sé in numerosi progetti, a consigliargli anche, dopo l’abbandono del monastero benedettino nel quale aveva vissuto per undici anni, Milo sulle pendici dell’Etna come luogo per il suo eremitaggio. Nel libro ovviamente troveremo molto di più incamminandoci lungo il sentiero che ci porta al silenzio.