Il commovente racconto della grande amicizia fra il regista di This Is England e un musicista bravo e autodistruttivo
di Mattia Meirana
Shane Meadows non lo conoscono tutti, ma probabilmente è uno dei registi inglese più influenti degli ultimi vent’anni. Un po’ perché i suoi film raccontano un’Inghilterra fuori da ogni finzione e dentro una realtà in cui qualcosa di buono c’è sempre, un po’ perché li ha sempre fatti di testa sua, partendo dal basso, sempre tra scappati di casa, punk e piccoli delinquenti. Fa parte di quel tipo di cinema delle persone normali che è sempre stato di Mike Leigh e Ken Loach, ma con un po’ di speranza in più. È un tipo che col bomber e la testa rasata sembra uno spacciatore di Liverpool, ma invece è solo un regista di Nottingham (adottato, in realtà).
Gavin Clark è nato a Londra, ma immagino bazzicasse la zona di Nottingham abbastanza spesso (i dettagli sulla sua vita sono molto scarsi, ma non è troppo importante). Il suo era un talento che andava pari passo con la sfortuna e una vita passata tra problemi di droga, alcol e depressione. Era quel tipo di artista nato dalla necessità di placare il proprio dolore sfogandolo in qualcosa di positivo, o almeno così sembra. Con questo tipo di discorsi si rischia di cadere nel banale e di ridurre il soggetto a macchietta post moderna, ma basta ascoltare qualsiasi sua cosa per capirlo. Anche laddove il sentimento è quello di speranza la sua voce, rotta, non mente.
Con Shane Meadows ha sempre collaborato, ma sempre stando in disparte, scrivendo una o due canzoni, quasi sempre memorabili. Solo una volta ha collaborato a un’intera colonna sonora, quella di Somers Town, scritta con Ted Barnes (suo compagno nei Clayhill). Ironicamente, e anche un po’ tragicamente, Somers Town è a oggi l’ultimo film di Shane Meadows (che ha passato gli ultimi anni in televisione). È anche il suo film più sincero, più positivo, e forse, alla fine, più bello. Come buona parte dei suoi lavori, Somers Town parla di amicizia nella sua declinazione più pura, senza pregiudizi o barriere.
httpv://www.youtube.com/watch?v=lVJBYBUabbU
The Living Room
Gavin Clark e Shane Meadows erano molto amici, e per capire l’importanza della sua musica nei suoi film bisogna capire questo. Quando si parla di musica e cinema il discorso è solitamente molto semplice e professionale, ma qui un discorso del genere non si può fare. La loro collaborazione iniziò presto, nel 1996, quando Meadows girò il suo primo “quasi” film, Small Time, 10 anni prima del gran botto che fece This Is England. Uno era un ventiquattrenne innamorato di Truffaut, l’altro un ventisettenne che da un paio d’anni girava con il nome di UNKLE. Entrambi lontani dal successo, entrambi ai margini. Non voglio scriverne una biografia, non mi interessa, ma la musica di Clark e il cinema di Meadows sono cresciuti insieme, finendo appunto per fare un giro filologico completo con Somers Town, storia di due ragazzi non proprio fortunati, uno scappato di casa, da Nottingham, l’altro polacco immigrato col padre. E com’è ovvio che questa storia non parli di loro due è anche ovvio che le loro difficoltà fossero le stesse.
Come Meadows ha detto, ripetutamente, la musica di Clark è l’elemento che elevò ad arte i suoi film, che fino ad allora erano solo cortometraggi girati con amici, sicuramente in un buon equilibrio tra lo sgarrupato e l’intelligente. Anche qui, per capirlo, basta guardare. Quando partono i pezzi di Clark i suoi film un po’ cambiano, come se diventassero pezzi di vita vissuta.
Gavin Clark è morto il 16 febbraio dell’anno scorso a Stoke-on-Trent, a 100 km da Nottingham. Nel 2007 Shane Meadows prese una videocamera e girò un documentario su di lui, The Living Room. Quello che c’è da sapere su di loro è tutto lì: due amici di quasi quarant’anni, uno baciato dalla fortuna e l’altro no, e quell’eterna gratitudine di chi si è aiutato a vicenda quando ce n’era proprio bisogno.
httpv://www.youtube.com/watch?v=RXLa7rc9l44
da Somers Town