Bernard Butler Firenze (2)

Bernard Butler dal vivo a Firenze, 8 luglio 2024.

Il nome di Bernard Butler è indissolubilmente legato agli Suede migliori, quelli dei primi due album, dove lui era il chitarrista capace di dare quel tocco così personale al suono della band. Dischi che all’epoca amai molto, lo ammetto. A quanto Butler fece dopo l’abbandono, però, non sono mai stato troppo interessato, ascoltando qua e là, pur apprezzando qualcosa, ma senza mai approfondire.

L’occasione dell’approdo del musicista londinese in Toscana a breve distanza dall’uscita del suo primo album in solitaria a 25 anni dal precedente (Friends & Lovers), mi impone però l’ascolto di Good Grief, pubblicato un mesetto fa. E, di colpo, mi pento del tempo perduto, di essermi lasciato distrarre, di averlo perso di vista, di non averne seguito le gesta. Un disco davvero magnifico, maturo, intenso ed ispirato, dove ogni canzone appare il frammento di un discorso emotivo sincero.

Bernard Butler Firenze (3)

Un Bernard Butler in versione essenziale

Ci vado quindi con aspettative alte al concerto organizzato da La Chute per Stella Rossa Fest, il festival dell’Arci ai giardini SMS di Rifredi a Firenze. Mi perdo le prime note per colpa del parcheggio, lui è già sul palco, vestito di nero, con la chitarra a tracolla. L’impatto è subito ottimo: l’acustica è buona e il pubblico folto, ma composto. Butler appare a proprio agio, alterna brevi monologhi alle canzoni, considerazioni varie ed aneddoti (come quando a Glastonbury ha dovuto interrompere l’esibizione perché il concerto di Shania Twain, che si stava esibendo in contemporanea, sovrastava il suono delle sue canzoni).

Mi aspettavo un concerto incentrato sui brani nuovi, ma non va così: in questa chiacchierata fra amici, Bernard ripercorre in sintesi la sua carriera, pescando dal suo esordio solista People Move On, ma anche dai dischi in combutta con Jessie Buckley e con McAlmont. Alla fine, da Good Grief arrivano solo Deep Emotions e Pretty D, che in questa dimensione intima e scarna acquistano persino più fascino. Restano fuori altre canzoni che forse avrebbero meritato, anche perché il concerto dura meno di un’ora e, nonostante il pubblico lo chieda a gran voce, non c’è verso di avere un bis. Ma va bene così: un amico ritrovato vale più di una canzone.

Le foto sono di Michele Valiani.

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Avvocato e giornalista, marito devoto e padre esemplare, scrive di musica e fumetti sulle pagine de Il Tirreno e collabora/ha collaborato con numerose altre testate cartacee e non, oltre a non curare più un proprio blog. Fa parte della giuria del Premio Ciampi.

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