Cameron Knowler & Eli Winter

Cameron Knowler, Eli Winter, Davide Cedolin @ In Arte Off – Genova, 31 maggio 2022

Questo è il resoconto di un’epifania, ovvero come un contatto, una semplice segnalazione, può generare un  incontro importante per chi ama la musica dal vivo (e non). Un amico, cantautore e chitarrista genovese,  mi ha girato, all’ultimo momento, l’invito ad un concerto in uno spazio dedicato ad incontri d’arte; qui avrebbe suonato, introducendo due musicisti americani ancora abbastanza sconosciuti.

L’evento si è tenuto presso il laboratorio-galleria d’arte genovese In Arte Off, un  luogo suggestivo situato nel quartiere del Molo. L’amico musicista è Davide Cedolin, del quale si è già parlato qui,  mentre gli ospiti sono due bravissimi chitarristi americani,  Cameron Knowler ed Eli Winter.

Cedolin ha aperto  la serata, con una rapida selezione tratta dal suo repertorio strumentale, dalla vena sempre efficace e lirica. I due statunitensi, visibilmente provati dal lungo viaggio, hanno invece presentato una manciata di composizioni per due chitarre acustiche, un po’ alla maniera di Bert Jansch e John Renbourn, ma con un retroterra decisamente più americano.

Anticipation, l’album di Cameron Knowler ed Eli Winter

Cameron Knowler & Eli Winter - Anticipation

Alcuni dei brani proposti nel breve set, illuminati da un intenso interplay tra le corde dei due giovani musicisti, si ritrovano nel loro primo disco, che si chiama Anticipation (American Dreams Records).Uscito nel corso del 2021,  comprende cinque brani originali, un tradizionale, Cumberland Application, e due belle cover: una, Caddo Lake, proviene dal  recente repertorio dell’indimenticabile Michael Chapman, mentre l’altra, Southern Filibuster, fa parte di quella   di Tut Taylor, il grande virtuoso del mandolino bluegrass scomparso alcuni anni fa.

Visto il doppio incarico che mi sono dato, ovvero la recensione del disco (acquistato di corsa) e quella del concertino inaspettato, segnalo che i due chitarristi  guadagnano parecchio nella dimensione dal vivo, dove, chinati sulle chitarre, si scambiano sguardi e attacchi, in quello che potrei chiamare, coniando rischiosamente un nuovo termine, un  tableau résonnant di grande espressività emotiva ed artistica.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Recensore di periferia. Istigato da un juke-box nel bar di famiglia, si cala nel mondo della musica a peso morto. Ma decide di scriverne  solo da grande, convinto da metaforici e amichevoli calci nel culo.

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